Creato da darkstones il 14/11/2008

Il diario dei sogni

diary of dreams

 

« Lieve autunno....the shadows »

un anno che non chiamo papā

Post n°68 pubblicato il 25 Settembre 2009 da darkstones

 

Ho messo la mia faccia su di un cartellone pubblicitario, Si...ho venduto la mia anima, la reclame  diceva, "Dietro di me non c'è nessuno"..ed io ho riso..si, di quelle risate di pancia, avide, grosse, ho pensato a Massimo Troisi ed ho riso...quando nella sua magnificenza diceva che dietro di lui non c'era nessuno, nello sketch dei poveri... Ho riso come solo un povero sa ridere, perchè i ricchi non sanno ridere, parlo dei veri ricchi, quelli che ci nascono e lo sono da generazioni , quelli che non sanno cosa è un metro quadro ed a cosa serve, quelli che vivono alla grande anche essendo piccoli piccoli,  e preferiscono intelligenti gite in barca a quelle stupide passeggiate mano nella mano e poi si sentono soli, senza contatto umano... i ricchi, quelli veri, avidi della loro ricchezza e della loro superbia, quelli che vivono di glorie passate, solo perchè i loro padri e nonni si sono fatti il culo per arrivare a quello....loro non erano ricchi erano uomini veri....loro sberleffano, sono ironici, muovono la bocca, fanno gesti..ma non ridono...
Mi sono sempre chiesto come cazzo facesse mio padre che guadagnava 1 milione  e rotti di vecchie ma sante lire a mantanere 5 bocche, a mandarci a scuola, vestirci ed educarci, farci mangiare, farci uscire il sabato e la domenica ed avere un auto, con tanto di assicurazione e bollo, andare due settimane a Coppola Pinetamare e darmi i soldi per li mio Ciao 2001 settimanale...tutto compreso... lo so gli schiaffi erano gratis, ma anche quelli servivano, sono stati un ottimo dizionario, se facevi qualcosa di sbagliato pagavi ed allora ti arrivava la punizione, niente uomini neri, lupi, o orchi feroci...mazzate, pure e genuine, date con amore e con passione..e quanta passione su di me, quanta...specie quando tornavo con i capelli dritti in testa e poi lunghi, con i jeans strappati o di pelle,  con gli occhi lucidi e gli ridevo in faccia, diciamo la verità..me lo meritavo, diciamola tutta,  non posso essere ipocrita ..me li chiamavo, fino all'ultimo, tutte le cinque dita erano mie, in esclusiva.
Mia madre no, lei era intelligente, sagace, furba, non diceva niente, e quando dopo aver rotto l'ennessimo lampadario giocando a pallone nella sala da pranzo ci aspettavamo maremoti e rivoluzioni lei niente...zitta..calma...sorridente..mai una parola... per poi aspettarci in cucina e mentre di spalle noi guardavamo cosa stesse preparando per cena...ZAC...il peperoncino sulla bocca....strofinava veloce sulle labbra e ritraeva la mano...cose da pazzi...sembrava il mago Silvan, niente in mano, tutto sparito, tranne quel maledetto e bastardo bruciore sulla labbra e tu capivi che quella era peggio degli schiaffi, delle mazzate, un sottile modo di imparare la vendetta, poi ho scoperto che si chiama "servita su di un piatto freddo", ma allora bruciava e come cazzo bruciava...cosi imparavo perfettamente quale era il limite da non superare, ...i lampadari, le finestre, sporcare a terra e dire parolacce...come si incazzava..una volta ero al telefono e parlavo con un mio amico, si parlava di donne, discorsi da scaricatori di porto (poverini sono sempre disegnati come dei porci ignoranti) e lei chiuse la comunicazone, click! mise il suo ditino sul pulsantino e chiuse la comunicazone...mi guardò e mi disse innocentemente...il telefono lo uso anche io, non voglio dividere con te queste schifezze...non faceva una piega...lei invece andava pazza per le pieghe, avevo sedici anni ero punk, tornavo a  casa con i capelli giallo limone e le mi faceva le pieghe ai jeans, alle camicie, alle giacche ed io non avevo il coraggio di dirle niente, di sbuffare..come potevo fare, come potevo dirle...ma che cazzo mamma ma mi vedi come vado in giro.....sempre a difendermi , sempre a coprirmi...quando scelsi di farmi crescere i capelli fu una tragedia, per mio padre il giorno di lutto molto più feroce di piazzale Loreto... lui girava per casa con le forbici in tasca pronto a farmi gli agguati..niente, non ci riusciva, mi diceva sempre...una di queste notti quando dormi ti colpirò..sembrava la prefazione di Nightmare, ma io andavo a letto sempre dopo di lui...si svegliava alle 6, si faceva ogni mattina la barba e quando mi svegliavo per andare a scuola insieme all'odore di caffè trovavo quella del Mennen, il suo dopobarba  e mi dava sicurezza, mi proteggeva, l'odore della casa di mia madre con il caffè e l'odore del Mennen di mio padre....alchimia perfetta...finchè una notte arrivò dopo di me...immagino la scena, lui con gli occhi lucidi di contentezza per avermi trovato nel letto, eccitato..un pazzo criminale con il metallo nelle dita... nel suo ruolo di censore e prende le forbici e... zack ...nel buio senza accendere la luce sforbicia la mia chioma...io dormivo su un lato, beato, inconsapevole, piccolo cucciolo capellone...la mattina allo specchio non ci potevo credere, quali droghe strane avevo ingerito per far si che i miei capelli da un lato non c'erano più..quale sortilegio della luna era stato fatto..quale mago potente era entrato nella mia stanzetta personale che dividevo con mia sorella e mio fratello....poi guardandomi bene esclamai..Cazzo ma questo è un taglio troppo da sballo, che storia...sembravo Peter Murphy dei bauhaus o il cantante di qualche gruppo di acid punk..grazie papà...manco al Batcave ho visto tagli del genere....
E' un anno, tra pochi giorni, un anno che non c'è più, senza dolore però, senza rimpianti, ognuno di noi aveva la propria strada, la propria vita, tu in quella divisa da poliziotto, da parà della folgore, da motociclista dei vigili,  da repubblichino..(azz Papà quanto ti piacevano le divise ..) tu che non capivi che lavoro facevo..ed era impensabile che io guadagnassi nella musica, nelle serate, nei concerti , che mi ripetevi da quando avevo 11 anni  " si si a te la musica ti da a mangiare"....e  che mi facesti controllare dai tuoi amici (anche loro in divisa guarda caso) pensando che fossi uno spacciatore di cocaina o un malvivente vestito da Dracula ...
e quell'odore che mi dava sicurezza e che mi faceva sentire protetto. c'è sempre una bottiglia di Mennen nell'armadietto del bagno..sarà scaduta, chissà come sono i dopobarba scaduti...cosi come è scaduto il Tenax che ti fregavo e mi mettevo in testa e ci volevano due shampo per mandare via quella gelatina o le Dunhill che ti fregavo e che mi fumavo sulle scale perchè in casa avresti sentito l'odore, , o le cravatte che mettevo di nascosto perchè facevano punk, o alle giacche anni 70, anni 60, anni 50...ai dischi che ascoltavo da piccolo, i tuoi 78 giri .. Frank Sinatra, Dean Martin. Renato Carosone, Tommy Dorsey, Glenn Miler, Xavier Cougat con quel cazzo di cichuaua tra le bracce e una fantastica moglie chiamata Abbe Lane...    
Un film in bianco e nero...come quelli che mi portavi a vedere, al Roma o all'Astoria, all'Adriano o al Metropolitan...e li mi sentivo di un lusso....
 

 

Un sottile filo rosso di lana, come quello dei pullover, quelli pesanti che mia madre faceva da piccolo, pochi soldi, tanta fantasia, tanto amore per i figli, i gomitoli di lana di Phildar, spessi, grossi, a volte con l'iniziale del nome grande sul petto, un filo rosso si è spezzato, netto, reciso solo tra quello stupido ma essenziale gioco tra vita e morte....
Oggi io sono la vita.....

 
 
 
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