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Ritrovare una sorella

Post n°465 pubblicato il 18 Agosto 2012 da Kastania
 
Tag: amiche, donne, Io

(premessa ai lettori: questo non sarà un post breve. Non ci posso fare nulla, ho bisogno di sfogarmi e di analizzare tutto il casino che mi frulla nel cervello. Perciò, se non vi va un filosofeggiare sui massimi sistemi, raus)

Io sono figlia unica. E'una condizione che non mi è mai pesata (specialmente quando assisto a certe scaramucce!), anche perchè per una bella fetta della mia vita ho avuto una sorta di sorella.. putativa.

Nonostante non vivessimo vicine,e fosse ancora lontana l'epoca delle mail, di FB o della messaggistica istantanea, era la persona che sentivo più vicina al mondo. Ci dicevamo tutto, quello che facevamo, quello che pensavamo, quello che sognavamo di fare.  Le poste italiane hanno un enorme debito di riconoscenza nei nostri confronti, dico solo che ero l'unica persona della mia via che il postino chiamasse affettuosamente per nome.

E' stato così fino a una decina di anni fa. Proprio quando si avvicinava l'età più bella (o più ingrata, bisogna valutare più punti di vista!), ecco il patatrac. E fosse almeno stato un vero patatrac. No, uno stupido fraintendimento. E poi un diluvio di orgoglio, testardaggine, mutismo.Nessuna delle due fece il classico primo passo.

Le cose erano destinate a restare immobili a lungo. Ci vedevamo soltanto al mare, e le mie vacanze, che fino a quel momento erano quasi sempre di circa sei settimane,da quell'anno in poi furono radicalmente ridimensionate: soprattutto dalle condizioni via via sempre più critiche di mia nonna, sono arrivata a fare anche solo 5 giorni in un anno.

Se ci penso, adesso, mi viene una rabbia che vorrei spaccare un muro a mani nude. In qualche modo anche il destino, oltre a noi stesse, ha tramato contro di noi.
Da pochi giorni infatti, complice il famigerato FB, ci siamo risentite. E com'era prevedibile, abbiamo provato a dare un nome, una spiegazione a tutto ciò che era successo. Senza peraltro trovarne di soddisfacenti.

Sono contenta di aver riallacciato questo rapporto naturalmente, ma anche molto triste. Mi chiedo che genere di rapporto sarà ora il nostro. Non faccio i salti di gioia al pensiero che sia un'"amicizia" intesa alla social network, non dopo quello che in passato ci ha legate: entrare in contatto con la vita di un altro attraverso qualche foto, ricetta, aforisma.. Che senso ha questo,se alle spalle ci sono state radici profonde? un conto sono le conoscenze superficiali, o addirittura soltanto virtuali. Quante risate mi sono fatta con persone conosciute qui su Libero! ho ricevuto consigli preziosi, consolazione.  Ma non so davvero chi ci fosse al di là dello schermo, della tastiera.

Allo stesso tempo, non si può pensare di riprendere una simile amicizia come se niente fosse. E non lo dico per orgoglio ferito o chissà che. Credo che se si decide di lasciar perdere il passato lo si debba fare davvero,abolendo ogni recriminazione. Marlene Dietrich diceva che se perdoni un uomo poi non puoi riscaldargli i suoi errori per colazione: in amicizia questa massima vale anche di più, ed è assolutamente reciproca.

Semplicemente,però, non ci si può alzare una mattina ed essere nuovamente migliori amici.

Non so praticamente più nulla di lei. Si è perfino appena sposata, ed io a malapena conosco questo ragazzo, solo perchè già lo frequentava allora. Non abbiamo affrontato insieme nè la patente, nè la maturità, nè l'Università, nè una tale e tanta quantità di quisquilie quotidiane di cui prima inzeppavamo pagine e pagine di lettere, pomeriggi e pomeriggi di chiacchiere...
Ogni ragazza lo sa, con le sue amiche condivide cose assurde: dalle cotte incompiute ai flirt realizzati, dalle scarpe che le piacciono e non ha trovato in saldo al libro o al film che le cambiato la vita, alla canzone che le picchia in testa tutto il giorno e non sa perchè.. Dalle più infime banalità agli avvenimenti più eclatanti, il nostro passato gioca un ruolo assoluto nel renderci chi siamo ora. E dieci anni purtroppo, dieci anni così intensi e formativi, sono una voragine spaventosa in qualunque esistenza.

Lei parte perfino un pochino più avvantaggiata di me. Mi ha detto di aver scoperto tempo fa questo blog, e di avervi curiosato un pochino. Meglio un pochino che niente: io di lei proprio non ho più saputo nulla. E non ho mai cercato di fare nulla per rimediare, lo ammetto. Non chiedevo mai di lei alle amicizie comuni, per esempio. Certo, ero molto presa da una vita per nulla facile, anzi proprio dolorosa (solo adesso mi rendo conto di quanto ho vissuto fuori dal tempo e dallo spazio, non solo in relazione a questa storia),ma non era l'unico motivo.

Non potevo più sentire senza innervosirmi certe canzoni, che avevano fatto parte della nostra adolescenza, avevo perfino rinchiuso in un enorme scatolone tutta la nostra corrispondenza (peraltro trattenendomi a stento, in un accesso di rabbia, dal dare tutto alle fiamme in un rogo purificatore.. eh sì, lo sapete, sono sempre stata un po' melodrammatica!). Per me era stato veramente un trauma.

Ed ora.. ora non so. Mi sento come una barchetta in mezzo al mare in tempesta, che non sa dove andrà a finire. Sarà la fragilità emotiva che da un paio di mesi mi accompagna. Sarà che invecchiando forse divento più saggia, chi lo sa. Vorrei davvero riuscire pian piano a ritrovare quella sorella perduta. La davo per perduta per sempre, ma forse mia nonna dal Cielo mi sta dicendo che solo quando si arriva lassù le cose sono irreversibili. Mentre siamo quaggiù, meglio impegnarsi a fondo per avere il meglio da questa pazza vita, anche quando sembra molto, molto difficile.

 
 
 
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