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ROSSELLA PIROVANO

 

Questo blog non è una testata giornalistica, esso viene aggiornato senza alcuna periodicità stabilita. Ai sensi della legge n° 62 del 7 marzo 2001 e non è un prodotto editoriale.

 

 

Gli inglesi dicono no alla UE

Post n°1008 pubblicato il 24 Giugno 2016 da nonna.fra
 

Il popolo é sovrano, in Inghilterra il referendum sancisce la voglia di cambiare dei cittadini che hanno scelto l'uscita dall'Europa!! Cameron ha già annunciato le sue dimissioni!!!
Adesso aspettiamo quelle di Renzi  

 

 
 
 

ABBIAMO RIEMPITO L’ITALIA DI SINDACI 5 STELLE !!!!!

Post n°1007 pubblicato il 20 Giugno 2016 da nonna.fra
 

AHAHAHAHAH AHAH !!!!

Tutti i sindaci del m5s eletti ieri 

 

 
 
 

Tutto il mondo parla del m5s

Post n°1006 pubblicato il 20 Giugno 2016 da nonna.fra
 

Luigi Di Maio
Siamo sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Da oggi tutti sanno che in Italia, il Movimento 5 Stelle è l'alternativa di Governo al vecchio establishment.

Adesso tutti vorranno capire cosa siamo, chi compone questa splendida comunità e i cambiamenti che vorremo realizzare. Tutti vorranno sapere come sia stato possibile riuscire in questa impresa.

Mi rivolgo alle ambasciate e ai capi di Stato dei Paesi di tutto il mondo, ai giornali stranieri, ai rappresentanti della finanza e dell'economia mondiale: non affidatevi ai giudizi dei nostri oppositori o ai soliti titoloni strumentali, venite a conoscerci di persona, saremo lieti di raccontarvi questa splendida realtà che da oggi governa Roma e Torino, la Capitale d'Italia e quella che fu Capitale d'Italia.

In alto i cuori!

 
 
 

TUTTI CONTRO UNA

Post n°1005 pubblicato il 18 Giugno 2016 da nonna.fra
 

NON HA BISOGNO DI PAROLE QUESTA FOTO E LORO NON SI VERGOGNANO 

 

 
 
 

Se fai un mutuo vai prima in pensione

Post n°1004 pubblicato il 17 Giugno 2016 da nonna.fra
 

40 anni di contributi, lavori usuranti, 65 anni, gli acciacchi dell'età e la voglia di godersi finalmente una serena vecchiaia con famiglia e nipotini. Questa la storia di tantissimi lavoratori italiani, quando scocca l'ora della meritata pensione. Ma, il Governo sembra sempre più concentrato a trasformare l'agognato assegno (frutto, lo ricordiamo, di decenni di versamenti contributivi) in una caccia al tesoro dal premio irraggiungibile.

Cosa si è inventata, infatti, questa distruttiva compagine al potere? Se volete andare in pensione, chiedete un prestito in banca. Magari Banca Etruria, specializzata in massacro di pensionati, così sarete proprio in una botte di ferro. Potrete restituirlo in vent'anni di comode rate, usando la vostra stessa pensione. E se dovesse poi succedere una disgrazia? Il debito finirà forse in eredità a figli e nipoti, ai quali dalle stesse banche verrà pignorata la casa che gli avete lasciato? Si sa, "i debiti si pagano"...

Specialmente i debiti politici contratti con i poteri finanziari, viene da sospettare. Siamo infatti all'ennesimo favore alle banche erogato dalla maggioranza a spese dei cittadini più deboli, in particolare i pensionati che continuano a subire dai tempi della micidiale Fornero. Questa dinastia di geni del male si passa il testimone di governo in governo.

E i sindacati, presenti all'incontro con il governo in cui è stata annunciata questa genialata? Siamo sicuri che scenderanno in piazza travolti dall'indignazione, proprio come stanno facendo i colleghi francesi. Sì, siamo in una botte di ferro anche con loro.

 
 
 

I RICATTI DEL PD PER IL BALLOTTAGGIO

Post n°1003 pubblicato il 12 Giugno 2016 da nonna.fra
 

Richetti ha le olimpiadi e la Boschi la salute 

leggete cosa dice 

MARIA ELENA ETRURIA PETROLIA BOSCHI
TORINO. BOSCHI: SE VINCE M5S CITTÀ PERDE 250 MILIONI PARCO SALUTE (DIRE) Roma, 12 giu. “Se vince l’Appendino, Torino perde 250 milioni stanziati dal governo per creare il parco della salute”. Lo dice il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, ospite di SkyTg24.
Come li chiamate costoro se non vili ricattatori? Ma non stanno ricattando il M5S ma i romani, i torinesi e la loro libertà di voto. Votiamoli via!

 

 

 
 
 

Roma, Adinolfi inciampa durante un comizio e uccide il suo elettorato

Post n°1002 pubblicato il 11 Giugno 2016 da nonna.fra
 

Lercio il giornale satirico più famoso stavolta si e superato con Adinolfi 

 

9 Giugno 2016

Roma – “Ho ucciso il mio 0,6%”. Non si dà pace Mario Adinolfi, ricoverato sotto shock al ristorante “Le delizie del cinghiale”, per aver causato la morte di tutto il suo elettorato.

Il politico, giornalista, giocatore di poker e pianeta del sistema solare, aveva radunato i suoi elettori in una rosticceria di Trastevere, per ringraziarli di aver esercitato a cazzo il loro diritto di voto. Stava proprio per prendere la parola quando – per cause ancora da accertare – è inciampato nel suo scroto ed è precipitato sui presenti uccidendoli sul colpo e provocando una voragine talmente grande che ha inghiottito tutte le altre voragini di Roma. Sotto il corpo di Adinolfi, rimosso solo alcune ore dopo dai Vigili del Fuoco, sono stati ritrovati i corpi dello 0,4% dei suoi elettori; il restante 0,2% risulta ancora disperso, insieme alla cassiera scaraventata via dallo spostamento d’aria.

L’incidente ha scosso tutta la città di Roma, letteralmente. Molti abitanti del quartiere si sono riversati in strada pensando a un terremoto, oppure all’olocausto nucleare. Poi quando hanno capito cosa era successo si sono mostrati molto colpiti dalla tragedia: l’ennesima voragine che verrà richiusa chissà quando.

Unanime il cordoglio del mondo politico. Tutti i principali leader di partito hanno voluto stringersi intorno ad Adinolfi, ma non ci sono riusciti. Commozione anche tra i vertici della Chiesa Cattolica: Abbiamo perso in un colpo solo i nostri migliori retrogradi, invasati e integralisti omofobi, ci vorranno anni per tirare su un’altra generazione di mentecatti”. Virginia Raggi e Roberto Giachetti, invece, non hanno ancora rilasciato dichiarazioni perché impegnati a sottrarre 0,6 dai loro sondaggi per il ballottaggio.

I funerali degli elettori di Adinolfi si terranno domani in forma strettamente riservata. Il funerale politico di Adinolfi, invece, si è già celebrato nelle urne.

fonte LERCIO 

http://i1.wp.com/www.lercio.it/wp-content/uploads/2016/06/adinolfi.jpg?resize=750%2C400

 
 
 

NEL MAGICO MONDO DI RENZIE CI SON 1000 NUOVI SINDACI PD, NEL MONDO REALE 18!

Post n°1001 pubblicato il 07 Giugno 2016 da nonna.fra
 

clicca per il video 

http://www.beppegrillo.it/2016/06/956552grazie_il_movimento
_5_stelle_e_la_forza_politica_nazionale_piu_votata.html

Le elezioni del 5 giugno hanno visto affermare ed espandersi il MoVimento 5 Stelle su tutto il territorio nazionale. Sono stati eletti 190 nuovi consiglieri comunali 5 stelle (in attesa dell'esito del voto del secondo turno del 19 giugno dopo il quale se ne aggiungeranno altri), 4 sindaci al primo turno e ci sono 20 ballottaggi grazie a 956.552 cittadini in tutta Italia che hanno dato fiducia ai candidati del MoVimento 5 Stelle per far rinascere le loro città. Grazie!
Con 956.552 voti il MoVimento 5 Stelle si afferma come la forza politica nazionale più votata alle amministrative. Al secondo posto, in via di estinzione, c'è il Pd con 953.674 voti (*), un risultato ben lontano da quello vaneggiato nel magico mondo di Renzie dove "il Pd ha il 40% ovunque" mentre a Roma il Pd ha preso il 17%, a Napoli l’11%, a Savona il 21%, a Grosseto il 19% e "ha circa mille nuovi sindaci" che invece sono appena 18.
Il prossimo obbiettivo sono i 20 ballottaggi e abbiamo bisogno di tutto il supporto di attivisti e cittadini. A breve saranno annunciate le tappe di un tour frenetico nei comuni al voto il 19 giugno con i portavoce regionali, nazionali ed europei in prima linea a fianco dei nostri candidati sindaci.
Non molliamo!

Ps: Informiamo il direttore del Tg1 Orfeo che sui numeri non si litiga: la matematica non è un'opinione.

(*) dati dal sito del Ministero dell'Interno

Diffondi questi dati, un antidoto alle balle di Renzie

 

NEL MAGICO MONDO DI RENZIE CI SON 1000 NUOVI SINDACI PD, NEL MONDO REALE 18!

I dati reali sono l'unico antidoto alle balle del Bomba e del suo magico mondo: diffondeteli.

 
 
 

Elezioni amministrative 2016, risultati:

Elezioni amministrative 2016, risultati: Roma, Raggi (35%) al ballottaggio con Giachetti; Bologna-Torino, Pd non sfonda

 

LA CRONACA - Non solo il trionfo del M5s nella Capitale e in parte a Torino, ma anche la sofferenza del Partito democratico in molte altre città. E lo dimostrano i silenzi dei candidati dem nelle principali città. A Napoli, ad esempio, la Valente non conquista neanche il ballottaggio. Partito di governo arranca anche in altri Comuni come Grosseto, Novara, Benevento. Confermati invece Salerno, Rimini e Cagliari dove però il primo cittadino è l'arancione Zedda

E’ il volto di Virginia Raggi che rimbalza sui giornali di tutto il mondo. E’ lei che si presenterà da candidata favorita come sindaco di Roma al ballottaggio tra due settimane con Roberto Giachetti (Pd) che per 3 punti supera Giorgia Meloni“E’ un risultato storico per Roma” ammette spalancando il suo sorriso. Ma il trionfo nella Capitale dei Cinquestelle (che in un certo senso fa impallidire il risultato dei Cinquestelle alle Politiche 2013) è solo una faccia del primo turno delle elezioni comunali che hanno portato al voto 13 milioni di italiani in 1342 città e paesi (tra cui 7 capoluoghi di Regione e 18 di provincia). C’è intanto l’affluenza finale che si aggancia al 62 per cento con un netto calo rispetto al 2011: non un crollo, anche in rapporto con i dati di Europee eRegionali degli anni scorsi.

TUTTI I RISULTATI DELLE COMUNALI NELLO SPECIALE DEL FATTO.IT

Napoli, Milano, Bologna, Torino: spine democratiche
C’è soprattutto la sofferenza del Pd, non solo a Roma, ma quasi ovunque. Di certo il momento difficile dei dem ha il suo simbolo a Napoli. I dati dicono che Valeria Valente – che ha vinto quelle primarie così caotiche contro Antonio Bassolino – non andrà al ballottaggio: è rimasta inchiodata al 21,5%. La sfida finale per guidare il capoluogo partenopeo sarà invece di nuovo (come 5 anni fa) tra Luigi De Magistris, un altro sindaco arancione come Zedda e Pisapia, e Gianni Lettieri, che riuniva il centrodestra. A Milano il candidato renziano Beppe Sala si ritrova impantanato in un rischioso testa a testa con Stefano Parisi e dice tutto il fatto che l’ex ad di Expo non è mai uscito dalle stanze del suo comitato elettorale, mentre l’ex capo di Fastweb si è offerto con generosità ai giornalisti con lo spirito alle stelle. A Bologna, poi, il sindaco uscente Virginio Merola viene costretto al ballottaggio (dove troverà la leghista Lucia Borgonzoni) e soprattutto raccoglie la cifra deludente del 37 per cento circa. A Torino un altro sindaco uscente, Piero Fassino, ha sentito a lungo il fiato sul collo della candidata grillina Chiara Appendino che ora ha 10 punti di ritardo. Risultati, quelli di Bologna e Torino, ben al di sotto delle aspettative: Merola e Fassino speravano in un primo turno con consenso più solido. Entrambi affronteranno il ballottaggio con i favori del pronostico visto il vantaggio accumulato: eppure rischiano, non poco. A dimostrare che qualcosa non va in casa Pd, poi, c’è che tutti i candidati democratici restano in silenzio per ore: Giachetti non parla, Sala nemmeno, Fassino scandisce qualche frase a notte fonda, Merola manda una nota. “Abbiamo ricevuto il messaggio che gli elettori ci hanno voluto rivolgere attraverso il voto”.

Pd soffre anche in provincia
A Roma, Milano, Torino e Bologna il Pd può ancora vincere al secondo turno, ma resta il momento di crisi in molte città: a Grosseto il candidato del Pd Mascagni è dato dietro a quello del centrodestra Vivarelli Colonna, a Novara il sindaco uscenteBallaré è costretto a inseguire il candidato di Lega-Fdi Canelli, a Ravenna sarà di nuovo ballottaggio dopo 23 anni e il democraticoDe Pascale se la dovrà vedere con Alberghini (centrodestra), a Benevento Del Vecchio (che ha vinto le primarie Pd) arriverà al ballottaggio insieme contro un veterano della politica, Clemente Mastella. Certo, come dice il vicesegretario Lorenzo Guerini già all’indomani del 5 giugno il Pd può dire di governare 800 Comuni, tra questi ci sono Salerno (dove Vincenzo Napoli ha vinto con percentuali “alla De Luca”: oltre il 73%), Rimini (dove il sindaco uscente Andrea Gnassi è stato riconfermato con il 57%) e infine Cagliari, con Massimo Zedda eletto al primo turno per il secondo mandato. Il primo cittadino del capoluogo sardo, tuttavia, è espressione di Sel, il che riaprirà il dibattito sulle alleanze del Pd: il dato di Cagliari è la conferma che il centrosinistra storico può vincere perfino in roccaforti moderate, “di destra”, come Cagliari.

Il caso Roma: M5s primo partito, sprofondano Forza Italia e Pd
Sempre sul momento complicato del Pd, non possono non far riflettere i numeri di Roma, dove i Cinque stelle sono diventati il primo partito con il 35,6%: rispetto ai risultato del 2013 (12,8%) i grillini hanno triplicato i loro voti. A pagarne le conseguenze sono stati i democratici e Forza Italia. Il partito di governo, infatti, si è attestato al 17%, contro il 26,26% delle comunali del 2013 e il 43,07% delle Europee. Se non è un tracollo poco ci manca. Nulla, però, di paragonabile al risultato di Forza Italia, arrivata ormai al 4% (13,4% alle Europee), di cui ha approfittato soprattutto Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, schizzata al 12,3% dopo il 5,32% delleEuropee. Per quanto riguarda la ripartizione del voto, la Raggi è in testa in 13 municipi della Capitale su 15. Roberto Giachetti è primo solo nel I (centro storico) e nel II (Parioli San Lorenzo). La candidata grillina, inoltre, fa il pieno di preferenze a Ostia, il X municipio commissariato per mafia, sfiorando il 44% dei voti. Bene anche a Tor Bella Monaca (VI municipio), periferia della Capitale, dove raggiunge quota 41,04% e dove anche Giorgia Meloni, che lì aveva scelto di chiudere la sua campagna elettorale, raggiunge il suo miglior risultato con il 25,61% superando Roberto Giachetti che si ferma al 17,4%. Meloni con il 23,41 supera Giachetti (22,25) anche nel V Municipio (Pigneto, Prenestino, Centocelle) quartieri storicamente rossi. Raggi raggiunge un risultato importante anche in IV Municipio, nella periferia del Tiburtinodove arriva a quota 37,66%. Quasi testa a testa tra Raggi e Giachetti a Monteverde (XII), quartiere del candidato dem che ottiene il 30,49% contro il 31,84 della candidata M5s. Marchini va forte nel XV, nei quartieri bene di Cassia e Flaminia, dove prende il 16,84% e anche ad Ostia, dove ha chiuso la campagna elettorale, con l’11,19.Stefano Fassina raggiunge il suo miglior risultato in VIII Municipio (Garbatella, Ostiense, Ardeatino) con il 6,82% dei voti. Risultato simile anche a Torino. Quando sono state scrutinate 872 sezioni su 919, nel capoluogo piemontese il primo partito – seppure di poco – è il Movimento 5 Stelle: con il 29,87% delle preferenze supera il Partito democratico che è al 29,82%. La Lega è ferma al 5,79%, mentre Forza Italia è al 4,67%.

Centrodestra: Forza Italia male, Lega ne approfitta
Il centrodestra sembra preda della schizofrenia politica del suo padre nobile, Silvio Berlusconi. A Milano Parisi va alla grande, arriva – in certe proiezioni – a superare Sala: e l’ex manager ha dietro tutti, da Forza Italia (che a Milano torna a rigonfiarsi, 21 per cento) all’Area Popolare, passando per LegaFratelli d’ItaliaPassera. A Roma, invece, proprio Marchini – il candidato di Berlusconi – è stato matematicamente il motivo per cui Giachetti – il candidato di Renzi – va al ballottaggio al posto della Meloni. Anzi, la Raggi ha mangiato un bel pezzo di elettorato allo stesso Marchini (in nome del voto utile). Anche per questo motivo ora Salvini è furibondo (“Forza Italia ha fatto una scelta suicida”) e ora potrà spendere i propri successi (in parte Milano, la stessa Novara, l’occasione mancata della Meloni a Roma, la prestazione della salviniana Borgonzoni a Bologna) come un credito da spendere il prima possibile per completare l’attacco alla leadership del centrodestra.

Infine l’area di sinistra. Le candidature di Basilio Rizzo a Milano,Stefano Fassina a Roma e Giorgio Airaudo a Torino hanno raccolto tra il 3 e il 5 per cento. Quasi nulla per incidere dall’opposizione, quanto basta per mettere a rischio la vittoria dei candidati del Pd. Il Partito democratico, insomma, rischia di soffocare una volta di più nella ricerca dell’autosufficienza.

CRONACA ORA PER ORA

09.16 – Ballottaggio roma, Gasparri: “Noi né con Raggi né con Giachetti”
“A Roma né Giachetti né Raggi. Ci mancherebbe pure…”. Lo afferma Maurizio Gasparri (FI) riferendosi al sostegno del suo partito al ballottaggio per il Campidoglio. 

09.05 – Alle 12 conferenza stampa Renzi-Guerini-Serracchiani
Lo stato maggiore del Pd terrà una conferenza stampa oggi alle 12 al Nazareno. Parteciperanno il segretario Matteo Renzi, i vicesegretari Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, il presidente Matteo Orfini e la responsabile Enti locali Valentina Paris.

08.59 – Crotone, ballottaggio Barbieri (Pd)-Pugliese (civiche)
Quando sono state scrutinate 47 sezioni su 73 a Crotone in testa c’è Rosanna Barbieri, candidata sostenuta dal Pd e da alcune liste civiche con il 29.77% delle preferenze. Alle sue spalle Ugo Pugliese, quattro liste civiche tra cui I Demokratici più il Nuovo Cdu, con il 26.83%. Terzo posto per Ilario detto Dario Sorgiovanni del Movimento 5 Stelle (17.82%).

08.35 – Blog Grillo: “Risultato storico”
Per il M5s “è un risultato storico” e ora “cambiamo tutto”. Così il blog di Beppe Grillo commenta, a notte fonda, il voto delle elezioni comunali e in particolare il risultato dei pentastellati a Roma e Torino. “Un risultato storico!”, è scritto a lettere maiuscole per due volte in un post dove si rileva anche che a Savona si profila il ballottaggio, grazie a Salvatore Diaspro, a Bologna Max Bugani “ha raddoppiato i voti delle precedenti elezioni comunali, a Milano con Gianluca Corrado il MoVimento 5 Stelle è passato dal 3% a circa il 10% e a Napoli con Matteo Brambilla dall’1 al 10%”. Inoltre “ci sono già alcuni sindaci eletti al primo turno (per ora Fossombrone e Vigonovo)”. Insomma, “Il MoVimento 5 Stelle è lento ma inesorabile. Cambiamo tutto!”.

08.30 – Continua a diminuire l’affluenza
L’astensione continua a crescere inarrestabile, confermando il trend negativo delle ultime elezioni. Al primo turno delle comunali, l’affluenza si è fermata al 62,14%. Rispetto alle precedenti amministrative il divario è di oltre 5 punti. Il calo è particolarmente marcato al Nord: quasi 13 punti a Milano, 11 a Bologna, 9 a Torino. Segno negativo anche a Napoli (-6%) mentre Roma va in controtendenza con il 57,13% rispetto al 52,8 del marzo 2013. A Cagliari, dove il sindaco uscente Massimo Zedda sembra destinato ad essere eletto al primo turno, alla chiusura dei seggi aveva il 60,19%, rispetto al 71,44 delle precedenti amministrative.

08.05 – A Roma M5s primo partito, sparisce Forza Italia
A 2117 sezioni scrutinate su 2600 il M5s risulta essere il primo partito a Roma, con una percentuale che si attesta al 35,6%. Alle comunali del 2013 era al 12,82%, quindi ha quasi triplicato le preferenze. Alle Elezioni Europee del 2014 la percentuale era del 24,95%. Crollo del Pd, che si attesta al 17,2% contro il 26,26% delle comunali del 2013 e il 43,07% delle Europee. Fdi arriva al 12,3%, raddoppiando i consensi delle comunali del 2013 (5,93%) e delle Europee (5,32%). Crollo per Forza Italia al 4,2% contro il 13,46% delle Europee. 

08.01 – Grosseto, centrodestra e centrosinistra al ballottaggio
Con 56 sezioni scrutinate su 76, a Grosseto è in testa il candidato sindaco del centrodestra Antonfrancesco Vivarelli Colonna con il 39,88%. Seguono Lorenzo Mascagni del centrosinistra (34,14%) e il Movimento 5 Stelle con Giacomo Gori (19,85%). L’affluenza definitiva è stata del 67,46%, in calo rispetto al 73,39% delle passate amministrative.

07.55 – Rimini, risultato definitivo: Gnassi è confermato sindaco
A Rimini, dove l’affluenza è stata del 58,67% contro il 68,30% delle scorse elezioni, a scrutinio completato, è stato confermato sindaco al primo turno Andrea Gnassi, eletto grazie a 37.391 voti pari al 56,99% raccolti dalla coalizione composta da Pd (33,45%, Lista civica – Patto civico con Gnassi (13,83%), Lista civica – Rimini attiva (3,56%), Lista civica – Futura con Gnassi (2,46%), Sinistra x Rimini (1,37%), Italia dei valori (+1,24%). Sconfitto Marzio Pecci del centrodestra, che si ferma al 24,96%. Nella sua coalizione Lega Nord al 12,37%, Forza Italia al 7,54%, Lista civica – uniti si vince al 3,54%, Fratelli d’Italia al 2,91%. Al terzo posto Luigi Camporesi al 9,53% della Lista civica – obiettivo civico vincere per Rimini e altre. Seguono: Sara Visintin al 2,18% di Sinistra – diritti a sinistra, Mara Marani al 2,16%, Addolorata Di Campi all’1,59% (Il popolo della famiglia), Mirco Ottaviani all’1,38% (Forza nuova), Marina Mascioni all’1,16% (Fronte nazionale per l’Italia).

07.40 – Novara: ballottaggio Pd-Lega
Ballottaggio anche a Novara, secondo capoluogo di provincia del Piemonte chiamato a rinnovare l’amministrazione comunale. Il sindaco uscente, Andrea Ballarè sostenuto da Pd, ‘Vivere Novarà, ‘Pensionati e Invalidi Giovani Insiemè e ‘Novara Popolarè con il 28,7% dei voti, a venti sezioni ancora da scrutinare, si confronterà tra due settimane con Alessandro Canelli, candidato sindaco di Lega, FdI, ‘Forza Novarà, ‘Con noi per voì, che ha ottenuto il 33,1% dei voti. Al terzo posto la candidata sindaco di M5S, Cristina Macarro con il 16,6%. Al quarto posto il candidato sindaco di Forza Italia, Daniele Andretta con il 13,6%.

07.35 – Fassino: “Ora chiediamo un voto per Torino”
“Siamo saldamente in testa con circa 10 punti di differenza dalla nostra principale avversaria. Da questo 40% partiamo per affrontare il ballottaggio chiedendo un voto per Torino. Ci rivolgeremo ai torinesi perché il voto dovrà essere su chi governerà la città per i prossimi cinque, non dovrà essere né sul governo né per ridefinire gli equilibri parlamentari, ma un voto per non interrompere un percorso di innovazione che ci ha consentito di contrastare e contenere e di preparare la città alla ripresa”. A sottolinearlo il sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, commentando il risultato elettorale. “Il voto riflette una situazione di crisi sociale che in questi anni si è sentita in Europa, in Italia e nelle grandi città e che ha indotto gran parte dell’opinione pubblica a una situazione di malessere, disagio e disaffezione che si vede anche nella minore partecipazione al voto – ha proseguito – se il risultato finale conferma i dati dei seggi finora scrutinati guardiamo con fiducia al ballottaggio e ci rivolgiamo con fiducia ai torinesi”.

07.33 – Appendino (Torino): “Risultato storico”
“E un risultato storico, erano 15 anni che questa città non andava al ballottaggio, abbiamo sempre detto che la nostra forza sono le persone e questo risultato lo dimostra”. Così il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino commentando il risultato elettorale. “Questa città – ha aggiunto- amministrata per 20 anni dalle stessa forza politica ha bisogno di idee innovative e di una forza propulsiva e anche i prossimi 15 giorni saranno caratterizzati come gli ultimi 8 mesi dall’ascolto perché i cittadini hanno bisogno di risposte concrete non di dialettica politica, per questo anche nelle prossime due settimane punteremo sui contenuti”. Appendino non ha nascosto il rammarico per l’astensionismo. “E un dato negativo mi dispiace moltissimo anche perché il sindaci è la persona più vicina ai cittadini. Per questo lavoreremo in questi 15 giorni per portare il numero maggiore possibile di persone al voto”, ha concluso.

07.15 – Bologna, affluenza sotto il 60%: Merola al ballottaggio
A Bologna, dove l’affluenza è stata del 59,65% contro il 71,40% del 2011, quando sono state scrutinate 428 sezioni su 445, il sindaco in carica Virginio Merola del Pd ha raccolto 66.416 voti pari al 39,67%, ed andrà al ballottaggio con Lucia Borgonzoni (Centrodestra) che ha raccolto 37.197 voti pari al 22,22%. Esclusi Massimo Bugani (M5S) che si ferma a 27.908 voti pari al 16,67%, Manes Bernardini che raggiunge il 10,39% con la Lista civica – insieme Bologna, Federico Martelloni al 6,97% con la Lista civica – coalizione civica, Matteo Badiali all’1,50% con la Federazione dei verdi, Mirko De Carli all’1,19% (Il popolo della famiglia), Ermanno Lorenzoni all’1,10% (Partito comunista dei lavoratori), Sergio Celloni allo 0,25% con la Lista civica – giustizia onore libertà.

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/06/elezioni-amministrative-2016-risultati-roma-raggi-36-al-ballottaggio-con-giachetti-pd-non-sfonda-bologna-e-torino/2799129/2/

 
 
 

Referendum riforme: ‘250 grandi intellettuali 250′ per la Boschi e Renzi

Post n°999 pubblicato il 02 Giugno 2016 da nonna.fra
 

Il 2 giugno, giorno in cui si celebra l’anniversario di quel guscio ormai svuotato che chiamiamo Repubblica Italiana (e che un tempo si diceva “nata dalla Resistenza e fondata sul Lavoro”), sono stati resi pubblici i nomi dei “250 grandi intellettuali 250”, i quali annunciano il proprio “sì” al referendum sullo sventramento del sistema che regolamenta il modo complessivo di funzionare delle nostre istituzioni.

Spiccano così le firme, a sostegno del combinato Boschi-Renzi (revisione della Carta più Italicum) di Susanna Tamaro, labestsellers-maker che ha ballato una sola estate, e Federico Moccia, il cantore dell’età foruncolosa, Paolo Crepet, lo psicanalista da comparsate a Porta a Porta da 750 euro lordi, eLiliana Cavani, ormai benemerita per le fiction paleo Dc su De Gasperi e San Francesco.

Ma più ancora pesano quelle degli assenti. I supporter di complemento, che appoggiano con qualche reticenza e spericolate acrobazie verbali tale combinato costituzionale/elettorale. Così, tanto per fare i fenomeni e dare ancora più peso al proprio parteggiare; tipico di alternativi di successo, dunque ampiamente integrati, quali essi sono ormai da tempo: dal furbacchioneRoberto Benigni, calato nel suo ruolo giullaresco di corte, allo scettico blu Massimo Cacciari (ennesima riprova che lo scettico è sovente un metafisico deluso), nella sua transizione filosofica dall’autonomia operaia ai talk show, in cui sbraitare come una sorta di Vittorio Sgarbi con il feticismo del pelo.

Il tutto a fronte di motivazioni fornite dalla coppia Boschi/Renzi a dir poco puerili: con l’Italicum sapremo finalmente chi ha vinto la sera stessa delle elezioni! Echissenefrega, magari era meglio aspettare qualche giorno invece di ritrovarci una maggioranza assoluta a fronte di consensi ricevuti del tutto minoritari (per di più accompagnata dallo sberleffo di aver riproposto la figura dei “designati” dai boss di partito al posto degli “eletti” da parte dei cittadini). Poi si continua: con la riforma costituzionale avremo finalmente il superamento di quelbicameralismo perfetto che attendevamo da decenni! E dai con i “finalmente”, visto che – semmai – quanto si attendeva da tempo erano classi di governo minimamente decenti e capaci, non la cancellazione di utili contrappesi a vantaggio del controllo/bilanciamento tra Camere.

C’è da rifiutarsi di credere che sostenitori mediamente avveduti di un tale obbrobrio non riescano a cogliere la macabra ironia insita nel proprio assenso. Per cui occorre andare oltre al dichiarato ed esplorare cosa sta accadendo nei laboratori del Potere, di cui gli autorevoli supporter del duo Boschi/Renzi risultano rispettosi cultori; in una visione postdemocratica della società – da loro condivisa – in cui il principio prevalente deve essere il controllo sociale. Gente che – come diceva il poeta Nelo Risi – «ha ben chiaro dove il Potere sta».

Quel Potere che da decenni (una data? Il 1976, anno di pubblicazione di un celebre rapporto Trilateral che per la prima volta teorizzava l’insostenibilità del costo della democrazia) persegue l’azzeramento del modello liberal-democratico, che prevede la tripartizione dei poteri, a vantaggio di una semplificazione (“decisionista”, ti dicono) realizzata mediante una concentrazione attorno alla figura apicale di governo: la leaderizzazione incarnata dall’uomo forte. Operazione che si realizza anche spazzando via diritti, corpi intermedi e autonomie.

Un disegno – appunto, post-democratico – che sta suscitandoprima indignazione, poi opposizione in tutti i Paesi a capitalismo maturo. Di cui la coppia Boschi/Renzi è la tardiva epigona, approfittando dello sfinimento del popolo italiano. In fondo Berlusconi è stato per Renzi quello che la Thatcher è stata per Blair: un apripista.

 
 
 

RenzieLauro ti da 80 euro prima del voto e poi se li riprende

Post n°998 pubblicato il 01 Giugno 2016 da nonna.fra
 

#RenzieLauro ti da 80 euro prima del voto e poi se li riprende

Achille Lauro è diventato leggendario perchè si narra che regalasse ai suoi elettori una scarpa sinistra prima del voto e quella destra dopo il voto. Renzie l'ha superato in cinismo: ha regalato 80 euro al mese prima delle elezioni europee e ora se li riprende tutti insieme dal portafoglio di un milione e mezzo di italiani. Un salasso da mille euro in un colpo solo ai danni dei più poveri che hanno ricevuto il bonus come dimostrano i datiUna cinica fregatura a scopo elettoraleche il MoVimento 5 Stelle aveva denunciato fin dall'inizio. 
I dati del dipartimento delle Finanze segnalano che 1,4 milioni di italiani beneficiari del bonus sono stati costretti a restituire tutto per il periodo d'imposta 2015 (1 su 8, il 12,5%). Tra questi, 341 mila hanno un reddito annuo inferiore ai 7.500 euro. 
La restituzione del bonus non è rateale, ma tutta in una volta e con effetti restrittivi sui consumi e l'economia. Se il bonus è stato erogato mensilmente a piccole dosi, la restituzione in un'unica soluzione ha comportato invece un esborso immediato che può arrivare vicino ai 1000 euro ecostringere padri e madri di famiglia a stringere i cordoni della borsa, a rinunciare a una visita medica o a saltare un pasto nutriente. In alcuni casi la restituzione degli 80 euro non è dovuta ad un errore del datore di lavoro (che deve richiedere il bonus per i dipendenti) ma dell'Agenzia delle Entrate nel 730 precompilato.
Il bonus di 80 euro, come ha sempre denunciato il M5S, è stato costruito malissimo, escludendo le fasce più povere (sotto gli 8.000 euro annui) e gran parte del ceto medio (sopra i 26.000 euro annui). Il contributo sui consumi è stato nullo, come testimoniato dall'Istat, perché gli italiani hanno preferito risparmiare gli 80 euro per tutelarsi dai tagli del Governo ai servizi pubblici e alla spesa sociale. Un fallimento totale. 
E' ora di cambiare tutto. Non credete alle promesse di RenzieLauro e dei suoi candidati nelle città: quello che vi danno poi se lo riprenderanno mettendovi ancora più in difficoltà. Non sono credibili, sono cinici manipolatori per scopi elettorali
Il MoVimento 5 Stelle fa quello che dice dal taglio degli stipendi, all'abolizione di Equitalia nelle città dove gorniamo, al reddito di cittadinanza locale fino al microcredito per le PMI che ha fatto nascere più di 1.800 aziende in tutta Italia. Cambiamo tutto!

 
 
 

Riepilogando

Post n°997 pubblicato il 31 Maggio 2016 da nonna.fra
 

Di ritorno dopo 20 giorni di ricovero e leggere queste notizie ti riamali subito 


Riepilogando:

- Jobs act 60.000 aziende che dovranno restituire 600 milioni di euro di sgravi contributivi.
- Più di un milione di italiani dovrà restituire il bonus 80 euro.

E poi siam noi gli incompetenti.........

 
 
 

Alessandro Di Battista a piazza pulita

Post n°996 pubblicato il 10 Maggio 2016 da nonna.fra
 

 

 
 
 

Altra figuraccia di Renzi da Fazio ieri sera

Post n°995 pubblicato il 09 Maggio 2016 da nonna.fra
 

 

Ieri sera il Bomba da Fazio ha sparato balle su balle e dimostrato di non sapere cosa sia l'anticorruzione. 
1) Ha confuso il 416 bis (reato di associazione mafiosa) con il 41 bis (il carcere duro) e non ha detto che ha gravemente depotenziato il 416 ter (reato di scambio di voto politico - mafioso). 
2) Ha detto che il suo Governo ha allungato la prescrizione per i reati di corruzione. Falso: la prescrizione, come riforma dell'istituto generale, è ancora bloccata da Alfano e Verdini. Ci vorrebbe la sospensione del termine di prescrizione dal momento del rinvio a giudizio o dalla sentenza di condanna di primo grado e il raddoppio dei termini per i reati di corruzione. Ma dal Governo nulla! 
3) Ha parlato dell'ANAC, come se fosse un'Autorità con speciale potere Giudiziario. Quando in realtà l'ANAC ha quale sua principale funzione solo quella di leggere le carte.
4) Non ha detto, invece, che il suo Governo e la sua maggioranza hanno bocciato tutte le proposte del M5S. Come quella sul DASPO, ovvero l'interdizione perpetua ad intrattenere rapporti di qualsiasi natura per tutti i politici, imprenditori e funzionari pubblici corrotti, sull'agente provocatore o sull'agente sotto copertura, sul whistleblowing, sul falso in bilancio e sull'autoriciclaggio. 
Dal Bomba bugie, errori e un'ammissione: quella dell'esistenza di una questione morale all'interno del Pd dopo gli ultimi scandali del Sindaco di Lodi Uggetti arrestato per appalti illeciti e cancellazione delle prove, del Presidente del PD campano Graziano per legami con la camorra dei Casalesi e dell'europarlamentare Soru condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale. Chi sarà il prossimo?

 
 
 

Boschi: “Chi vota NO a ottobre la pensa come Casa Pound”

Post n°994 pubblicato il 08 Maggio 2016 da nonna.fra
 

Boschi: “Chi vota NO a ottobre la pensa come Casa Pound”. Forse Miss conflitto d'interessi si è dimenticata che pure l'Anpi (Associazione nazionale partigiani) ha dichiarato che voterà NO al referendum sulla riforma costituzionale. Complimenti per la gaffe ministro! Emoticon wink

Andrea Scanzi



Gentile Ministro Boschi, il suo accostamento "chi vota no" = CasaPound è così vile, becero e idiota che mi è pure passata la voglia di sottolineare una volta di più la sua pochezza. Sarebbe tempo sprecato: ogni volta che lei apre bocca, dimostra incontestabilmente l'esistenza del vuoto cosmico. Ci spero poco, lo confesso, ma le auguro che ad ottobre il suo stato d'animo sia equiparabile a quello che caratterizza ora i tifosi del Carpi dopo i due rigori sbagliati da Mbakogu. Care cose, e mi saluti Verdini - che peraltro meglio di CasaPound non è - e quel filantropo immacolato di suo papà: sa, ad Arezzo gli voglion tutti tanto bene. Soprattutto i risparmiatori di Banca Etruria.


 
 
 

RICAPITOLIAMO GLI ULTIMI 3 ANNI

Post n°993 pubblicato il 04 Maggio 2016 da nonna.fra
 

RICAPITOLIAMO GLI ULTIMI 3 ANNI:

1. Scandalo EXPO (corruzione e appalti truccati), destra e sinistra coinvolte
2. Scandalo MOSE (corruzione e appalti truccati), PD e FI coinvolti
3. Arresto deputato PD Genovese per truffe sui fondi destinati ai giovani siciliani
4. Arresto deputato FI Galan per corruzione (era il Presidente della Commissione cultura)
5. Scaldalo sanità in Calabria
6. Mafia Capitale (corruzione, appalti truccati e associazione a delinquere), coinvolti politici del PD di FI e di Fratelli d'Italia
7. Scandalo corruzione a Brindisi, arrestato sindaco eletto con il PD
8. Scandalo metanizzazione Ischia, arrestato sindaco PD Ferrandino
9. Tangentopoli a San Giorgio a Cremano (PD), 6 arresti
10. Scandalo Banca Etruria, padre della Boschi indagato e risparmiatori truffati
11. Scandalo sanità Lombardia. Rubavano sulle dentiere, arrestato vice-presidente regione Mantovani, Lega coinvolta
12. Trivellopoli, l'inchiesta sul petrolio in Basilicata travolte il governo Renzi

NELLE ULTIME 2 SETTIMANE:

1. Brescello (PD), primo comune dell'Emilia Romagna sciolto per mafia
2. GomorraPD, arresti nel casertano e indagato per camorra il Presidente del PD Campania
3. Arrestato sindaco Lodi per appalti truccati sulle piscine comunali, è il braccio destro di Lorenzo Guerini, vice-segretario del PD

Ho sicuramente dimenticato molto altro. Me ne scuso ma sono troppi gli scandali che riguardano i partiti. Renzi dice che la questione morale non è un problema nel PD. E' vero, il problema è la questione immorale. Intanto Verdini (condannato per corruzione) è per Renzi un padre costituente. Vi imploro, aprite gli occhi. Basta aprire gli occhi per non vederli più!

Alessandro Di Battista
 
 
 

Per mandare a casa il governo basta un NO AL REFERENDUM

Post n°992 pubblicato il 03 Maggio 2016 da nonna.fra
 

Referendum, Giorgio Napolitano: 
«Se vince il no per le riforme è finita»Secondo il presidente emerito «è sbagliato personalizzare, ma è in gioco il governo»

Presidente Napolitano, in Europa si alzano muri e si tengono referendum per uscire dall’Unione. Si sta sfasciando tutto?
«Viviamo una grave crisi dell’unità europea e del processo di integrazione. Ma abbiamo appena vissuto un intervento storico del presidente degli Stati Uniti, che non è stato sottolineato abbastanza. Obama si è rivolto ai popoli europei e alle leadership. Ha fatto capire che gli Usa non vogliono più trattare con i singoli Stati europei, ma con l’Europa nel suo insieme. Ha detto che la relazione speciale tra Washington e Londra non avrebbe più senso se Londra non restasse nell’Ue. E ha usato un’espressione che mi ha colpito per la sua durezza: “È nella nostra natura umana l’istinto, quando il futuro appaia incerto, di ritrarsi nel senso di sicurezza e di conforto della propria tribù, della propria setta, della propria nazionalità». Insomma, Obama ha messo gli impulsi neonazionalistici sullo stesso piano degli istinti tribali».

Eppure proprio gli istinti tribali sembrano prevalere, soprattutto nell’Est europeo.
«Il problema è come i Paesi dell’Europa centro-orientale sono entrati nell’Unione. Quando si decise l’allargamento non si ebbe un chiarimento pieno su principi e valori fondamentali dell’integrazione: la cessione di sovranità, l’esercizio di una sovranità condivisa, l’interesse comune europeo. Anche da questi nodi non sciolti dipende il comportamento di Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, e purtroppo ora anche Polonia».

 

 

Il vero nodo è la Germania. Che ha ottenuto con la pace l’obiettivo fallito scatenando due guerre mondiali: l’egemonia in Europa.
«Non usi queste categorie. La Germania di Hitler non voleva l’egemonia, ma il dominio, da imporre con il ferro e il fuoco. Con la pace i tedeschi hanno scelto la strada della Germania europea e non dell’Europa tedesca, secondo la formula del grande Thomas Mann. Si può discutere se nell’esercizio di questo ruolo il Paese più popoloso e potente d’Europa abbia teso in anni recenti a far pesare politiche non sempre accettabili per gli altri partner».

Lei stesso nel 2014 denunciò a Strasburgo i rischi dell’eccesso di austerity.
«Precisamente. Ma lo stock di debito pubblico accumulato nei decenni non è mica un’invenzione tedesca. Si può discutere se il pareggio di bilancio possa essere da noi rinviato di uno o due anni; ma è evidente che l’Italia debba continuare il risanamento avviato con Monti, come dice anche Padoan. Non possiamo convivere per l’eternità con un rapporto tra debito e Pil superiore al 100 per cento. Certo, più otteniamo crescita, più quel rapporto si riduce».

Sentite anche le parole di Obama, è giunta l’ora di un intervento in Libia, anche per impedire che diventi una base dell’Isis?
«Per troppo tempo l’Europa ha poggiato sulle spalle degli Stati Uniti per difesa e sicurezza. Questo non è più possibile, nemmeno finanziariamente, per Washington. Sono maturi i tempi per una difesa comune europea: se ne discute dal 1952».

Sì, ma la Libia?
«Mi pare che dopo qualche confusione iniziale sia stata tracciata una linea abbastanza netta: l’Italia è pronta ad assumersi un ruolo per stabilizzare la Libia, costruire istituzioni e forze armate degne di questo nome. Occorrono un invito da parte del governo libico — purché non sia il governo di una parte ma della Libia intera —, e un passo da parte dell’Onu, che pare orientato a conferire il mandato all’Italia. E nella lotta all’Isis dobbiamo fare la nostra parte ovunque secondo una divisione di compiti all’interno della grande coalizione mondiale contro il terrorismo».

Quando era ministro dell’Interno lei prese una posizione dura: disse che i profughi non dovevano affidarsi agli scafisti.
«Mi feci promotore della prima legge organica sull’immigrazione, basata su alcuni assi: lotta all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani; un sistema di quote che tenesse conto delle nostre esigenze produttive. Mi pare che oggi l’Italia si stia muovendo per riprodurre in Europa uno schema analogo: condizioni di ingresso legale; impegno fermissimo verso ingressi clandestini manovrati dalla criminalità; grande lavoro per l’integrazione».

Sulla riforma costituzionale emerge un fronte vasto del No. Che impressione le fa?
«Vedo tre diverse attitudini. Quella conservatrice: la Costituzione è intoccabile, non c’è urgenza né bisogno di rivederla. Quella politica e strumentale: si colpisce la riforma per colpire Renzi. E quella dottrinaria “perfezionista”. Dubito molto che tutti i 56 costituzionalisti e giuristi che hanno firmato il manifesto contro siano d’accordo su come si sarebbe dovuta fare la riforma. Ma questa è una posizione insostenibile: perché il No comporterebbe la paralisi definitiva, la sepoltura dell’idea di revisione della Costituzione».

Intende dire che si sta saldando nel Paese un fronte conservatore?
«Non bisogna fare di ogni erba un fascio tra coloro che esprimono riserve, fanno valutazioni contrarie, fanno campagna per il No. Occorre rispetto per le riserve; per quanto se ne siano espresse in Parlamento con grande abbondanza. Non dimentichiamo quanto tempo è stata discussa dalle Camere la legge di riforma, quante consultazioni sono state fatte con l’esterno, quanti emendamenti sono stati avanzati, sia pure spesso per ostruzionismo. Occorre rispetto per chi obietta che ci sono elementi non ben risolti: del testo approvato si continuerà a discutere. Una volta confermata la legge, bisognerà mettersi al lavoro per costruire davvero questo nuovo Senato, e trarre dall’esperienza ogni possibile conseguenza».

Non sarebbe stato meglio mantenere l’elezione diretta?
«In Europa non esiste quasi più nessun esempio di Senato eletto direttamente dai cittadini: un elemento di base per farne il doppione della Camera. In Germania il Bundesrat è fondato sulla rappresentanza deiLaender, in Austria pure. In Francia esisteva un Senato come in Italia; ora non è più eletto direttamente, ma dai rappresentanti delle Regioni e dei Comuni».

La nostra Costituzione è davvero superata, secondo lei?
«La prima parte esprime in piena luce principi e valori fondamentali di convivenza civile e politica. La seconda parte, sull’ordinamento della Repubblica, ha presentato da subito gravissime fragilità. Nell’equilibrio dei poteri l’esecutivo è stato fin dall’inizio debole. I costituenti avevano previsto la necessità di dispositivi per evitare l’instabilità dei governi e le degenerazioni del parlamentarismo; ma questi dispositivi non sono mai arrivati. Presto apparve chiaro che il bicameralismo paritario era indifendibile. Siamo in ritardo gravissimo. I tentativi sono stati molti: la bicamerale presieduta da Bozzi, la commissione De Mita-Iotti, la commissione D’Alema, che vide collaborare tutte le forze politiche e fu silurata alla fine. Se si affossa anche questo sforzo di revisione costituzionale, allora è finita: l’Italia apparirà come una democrazia incapace di riformare il proprio ordinamento e mettersi al passo con i tempi. E questo lo devono capire tutti; anche quelli che vorrebbero usare il referendum per far cadere Renzi».

Ma Renzi non ha sbagliato a legare le sorti del governo alla vittoria del Sì?
«Renzi non avrebbe dovuto dare questa accentuazione politica personale; ma solo un ipocrita può dire che, se ci fosse un rigetto su una questione così importante, su cui il governo si è tanto impegnato in Parlamento, non si porrebbe un problema per le sue sorti. Renzi ha sbagliato a metterci un tale carico politico: se vince il Sì vince la riforma, vince l’interesse generale del Paese; non è un trofeo che Renzi possa impugnare, non è un’incoronazione personale. Di recente Renzi nel discorso alla Camera prima del voto definitivo sulla legge ha corretto il tiro, ha evitato quella accentuazione, è entrato nel merito».

Esiste in Italia una nostalgia di Mani Pulite, del ’92?
«La condizione del ’92 è irripetibile, se non altro perché allora c’era il vincolo dell’autorizzazione a procedere; e ogni giovedì pomeriggio si doveva affrontare una grossa massa di procedimenti. Da presidente della Camera ricordo che riuscimmo a fare un lavoro serio, rispettoso degli elementi che la magistratura portava al vaglio del Parlamento; anche se per me ci fu una cosa terribile».

Quale?
«Quando si suicidò il deputato socialista Moroni, il giorno dopo lessi la sua lettera in Aula. Moroni era stato perseguito per aver violato la legge sul finanziamento pubblico dei partiti; non per appropriazione personale di denaro. Aveva ottenuto vantaggi impropri per il partito; non aveva rubato per sé. Oggi si rivelano fenomeni di corruzione estesa molto gravi, spesso a fini strettamente di arricchimento personale. E si vorrebbe una capacità di azione del sistema giudiziario incisiva come allora. Ma quel sistema fu per molti aspetti criticabile. Nulla si può ripetere ciecamente».

Cosa risponde a chi le accusa di interventismo?
«Chi lo fa ignora l’articolo della Costituzione che sancisce che il presidente della Repubblica uscente diviene senatore a vita, mettendo la sua esperienza e il suo equilibrio al servizio dell’interesse nazionale. Lasciamo stare le stupidaggini di chi immagina che io abbia poteri che non ho più. Sono in grande sintonia con l’operato del presidente Mattarella, sono suo amico da anni, ho con lui rapporti limpidissimi. Il resto sono sciocchezze che trovo sia su giornali impegnati in una campagna contro di me fin da quando ero al Quirinale, sia in bocca a esponenti del centrodestra che vennero a chiedermi la disponibilità a essere rieletto, forzando la mia volontà».

Se potesse tornare indietro, accetterebbe di nuovo la rielezione?
«Come si fa a rivivere oggi la situazione del 2013? In Parlamento c’era la maggioranza in una Camera e non nell’altra. Tutti i partiti si impegnarono a fare una nuova legge elettorale e la riforma costituzionale. Ritenni di non potermi tirare indietro. E il mio ulteriore sforzo fu riconosciuto con tale ampiezza in Italia e fuori Italia, che posso abbandonare al loro destino quelli che applaudirono il mio polemico discorso alle Camere del 2013 e oggi conducono la loro campagna faziosa».

http://www.corriere.it/politica/16_maggio_03/referendum-giorgio-napolitano-se-vince-no-le-riforme-finita-933a0240-109d-11e6-aba7-a1898801ab6b.shtml

 
 
 

Arrestato del PD oggi Simone Uggetti ,sindaco di Lodi

Post n°991 pubblicato il 03 Maggio 2016 da nonna.fra
 

 



E' stato appena arrestato per corruzione il sindaco di Lodi, manco a dirlo, del PD. Uggetti, così si chiama, prima di diventare sindaco era stato assessore all'ambiente, alla mobilità, all'urbanistica nella giunta Guerini. Guerini è il vice-segretario del PD nazionale, il braccio destro di Renzi insomma. Questi sono i fatti. Gli arrestati del PD non fanno più notizia. Il PD ha un immenso problema con il malaffare. Il M5S ha da mesi pronto un pacchetto anti-corruzione che farebbe risparmiare centinaia di milioni di euro ai cittadini. Proposte logiche come la riforma della prescrizione, il DASPO per i corrotti e l'agente provocatore (forze speciali che si infiltrano nella pubblica amministrazione per scoprire dall'interno i reati). Gli arresti quotidiani, l'entrata, di fatto, in maggioranza del condannato per corruzione Verdini e tutti gli scandali che hanno travolto il PD (EXPO, Mose, Mafia Capitale, Trivellopoli) vi fanno capire perché non approvano le nostre proposte. Resterebbero in pochi evidentemente. Vi prego, votiamoli via!
 
 
 

Sbarchi, il piano della Lorenzin: "Tessera sanitaria ai migranti"

Post n°990 pubblicato il 29 Aprile 2016 da nonna.fra
 

Sbarchi, il piano della Lorenzin: "Tessera sanitaria ai migranti"

La tessera conterrà tutti i dati sanitari dell'immigrato. Il ministro: "Ci permetterà di tracciare lo stato di salute di chi entra in Europa"

 

Partiamo con il progetto tessere sanitarie ai migranti".

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

La nuova tessera, che rientra nel progetto europeo Care e che a partire da luglio sarà consegnata negli hotspot di Lampedusa e Trapani, è stata salutata con entusiasmo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Conterrà tutti i dati sanitari del migrante e ci permetterà di tracciare lo stato di salute di chi entra in Europa - ha spiegato all'Ansa - sotto il profilo della sicurezza permetterà la tracciabilità delle persone".

Con l'Istituto nazionale salute, migrazioni e povertà (Inmp), l'Italia si mette alla testa di un progetto che punta a garantire agli immigrati, che sbarcano nel Belpaese, le cure sanitarie. Ovviamente a nostre spese. "Grazie alla tessera sanitaria - sottolinea Lorenzin all'Ansa - si potrà anche evitare che dal passaggio del migrante da un paese all'altro si facciano prestazioni sanitarie non necessarie". La novità rientra, appunto, nel più ampio progetto europeo Care al quale partecipano cinque Stati. Oltre all'Italia, che dovrà coordinare l'intero progetto, hanno, infatti, aderito la Grecia, Malta, la Croazia e la Slovenia. "La tessera - annuncia il coordinatore Care, Gianfranco Costanzo, direttore Unità operativa gestione progetti dell'Inmp - inizierà ad essere consegnata ai migranti in arrivo a partire da luglio, negli hotspot di Lampedusa e Trapani ed in quelli degli altri Paesi partner".

Da qualche giorno i team dei medici dell'Inmp sono già attivi negli hotspot di Lampedusa e Trapani. Il progetto Care prevede anche visite ad hoc per la determinazione dell'età dei ragazzi, che sbarcano sulle coste italiane, e un sistema software statistico che permetterà di valutare il rischio di particolari patologie negli immigrati monitorati al loro arrivo nei centri di identificazione.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/sbarchi-piano-lorenzin-tessera-sanitaria-ai-migranti-1252555.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content
=Sbarchi%2C+il+piano+della+Lorenzin%3A+%22Tessera+
sanitaria+ai+migranti%22+-+IlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Interna

 
 
 

A ‪‎Roma‬, i partiti continuano a parlare solo di alleanze, giochi di potere e beghe politiche

Post n°989 pubblicato il 29 Aprile 2016 da nonna.fra
 

Il loro unico problema e non farsi portare via  la  gallina dalle  uova  d'oro che e Roma e  stanno faccendo allealze  con tutti 

‪#‎Roma‬, i partiti continuano a parlare solo di alleanze, giochi di potere e beghe politiche: zero programmi, zero idee e zero azioni concrete. E finiscono solo per oscurare chi come noi vuole parlare di programmi e temi concreti per la città.

Vogliamo sapere cosa volete fare per Roma, non con chi si allea questo o quel partito.

PS: Ci vediamo stasera a Vasto, alle 19.00 in piazza 

 
 
 
 
 

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