Desperate Mammy

"Notte de chelu"...


 Il ponte dell'Immacolata porta con se l'inizio delle festività natalizie, per cui anche qui si avvicendano manifestazioni e sagre che traendo spunto dalla tradizione danno vita ad appuntamenti a cui non si può non partecipare... Uno di questi si svolge a Berchidda, piccolo paese di circa 3000 abitanti adagiato sulle pendici del monte Limbara che, con le sue maestose rocce granitiche lo abbracciano, mentre poco distante il lago Coghinas  delimita il suo territorio... Famoso in tutto il mondo per il festival jazz e per il suo vino il rinomato  Vermentino, custodisce in se una grande tradizione storica e culturale... Ecco quindi che durante questo fine settimana il paese si è vestito a festa,  accompagnando l'ospite in un percorso enogastronomico alla scoperta dei suoi angoli più belli adornati con dei bellissimi presepi che incantano per la loro bellezza e originalità, che legano la tradizione sarda dell'ospitalità al culto del mangiare e del bere, che ben si accompagnano alle tradizioni religiose in perfetta simbiosi... Siamo arrivati nel tardo pomeriggio e dopo aver lasciato la macchina nella parte bassa del paese abbiamo iniziato il percorso in salita verso il centro... La serata era abbastanza freddina ed il cielo cupo e coperto minacciava pioggia, ma ben vestiti ma soprattutto spronati dalla curiosità abbiamo seguito le indicazioni che guidavano verso le zone che avevano allestito i vari presepi... Otto rioni, otto presepi tutti bellissimi, ed il paese con le case in stile liberty o rivestite esternamente da pietra sarda ed i paesani grandi e piccoli perfetti  ciceroni nel guidare e nel consigliare... Berchidda è stata pacificamente invasa da una moltitudine di persone, giunte da tutta la provincia, tra cui moti olbiesi che come noi hanno voluto trascorrere una serata diversa all'insegna della tradizione e del buon cibo... Gli stend offrivano ogni ben di Dio, per cui la prima tappa è stata quella di gustare le "panadas" che seppur non propriamente berchiddesi ma della vicina Oschiri non potevano mancare... Una vera delizia per il palato, gustato passeggiando per il centro storico,  chiamano oggi  street food, mentre per noi è un modo come un altro per socializzare, nutrendo oltre il corpo anche l'anima attraverso il contatto umano, che nasce semplicemente da un sorriso e da una chiacchiera davanti al buon cibo... Continuando il nostro percorso e fermandoci ogni tanto a salutare amici e conoscenti siamo giunti al  centro del paese, accolti dalla luminosa e bella piazza con la chiesa, per proseguire poi verso il corso e tutti gli altri presepi e stand dove non potevi esimerti dall'assaggiare... Per me che non bevo vino una bibita, ma per la maggior parte dei visitatori un bicchiere di vino in mano con la loro sacchetta appesa al collo e dolci in quantità... Una cosa poi che mi è molto piaciuta e che non avevo ancora assaggiato, è "la suppa cuata" una sorta di zuppa gallurese fatta anch'essa col brodo di pecora, il pane raffermo, il pecorino (un l'altra delle nostre eccellenze) con però in più il sugo di pomodoro... Un piattino di plastica la forchetta e per tre euro ne assaggiavi una porzione... Tanto mi è piaciuta, che ho deciso che devo assolutamente imparare a farla, facendomi prima svelare i segreti dalle donne del luogo... Peccato che ad un certo punto come temevamo abbia iniziato a piovere, per cui abbiamo dovuto nostro malgrado anticipare il rientro, senza lamentarci però, perche la pioggia serve, visto che dopo la grande siccità di questi mesi la terra ne ha veramente bisogno.