Spazio mentale

post numero sessanta - why do you think we should suffer in silence


la foto che cadeva dal muro ritraeva il suono della domenica mattina scivolava toccava la parete e mi guardava fisso ed io cambiavo sempre argomento vuoi qualcosa da bere mi diceva che ne so una birra una redbull si ma solo con la vodka e una goccia di sciroppo di fragola annuiva sapeva che la redbull mi ricordava la ruggine leccata via da una sbarra di ferro piantata nel nulla cosi' l'inconscio suggeriva parole ma che cazzo stai dicendo non posso tenere il telefonino acceso ti dico ho la batteria scarica se non ti dispiace ci sentiamo con calma appena arrivo a casa click poi partiva il cd cosi' mi sono dimenticata di te di me di tutti dei sogni dei ricordi delle esigenze delle mancanze delle trasparenze delle rotture di coglioni insomma di tutto sai sono andata via da quel piccolo paese dove sono stata in esilio per un tempo che non mi ricordo quanto è indefinito ma so che è stato tantonoiaho una certa dimestichezza  nell'incontrare persone sgradevoli e sono riuscita a farmi passare il mal di testa con una dose massiccia di moment act di prima mattina sono incazzata un po' triste tanto annoiata sono diventata piu' alta di un paio di centimetri piu' stronza di un paio di decibel sogno l'alabarda spaziale di goldrake da sfoderare improvvisamente e lanciare contro i nemici che bombardano il territorio conquistato con sangue e sudore immagino un' esistenza piu' felice fatta di un materasso piu' morbido e una sistemazione che provvisoria piu' non èmi sento una totale idiota in un giorno idiota bevo the al melograno e ho la tv accesa su una televendita a volume altissimo mi sono rifugiata nel fucsia e avevo freddo ho rivisto una parente troppo invecchiata per far finta di nulla e mi hanno dato noia le sue lamentele su sua sorella parente anche leisono troppo esigente e mi rompo i coglioni troppo in fretta anche di cose che gia' nn ricordo piu' di aver guardato