Spazio mentale

post numero cinquantotto - ground control to major tom


forse non saprò mai dirle certe cose quelle che restano tra la gola e la voce sospese così senza un motivo per lasciarsi espirare via liberando il sangue da certi pensieri dolcemente insensati sono un fiore stasera e mi perdo cadendo giù dalla luna in un dolce fluttuare in questo fiume di memorie dolci e devastanti chi ero ieri non lo ricordo chi sono oggi cerco di scordarlo chi sono stata per un tempo lasciato a marcire nei sogni mai fatti lo lascio a chi mi ha guardato negli occhi e ha visto di cosa sono malata e come al solito mi infilo cotone nel cervello per attutire il suono che fa questa giornata andata pericolosamente a troie (una persona a me cara mi ha domandato una volta se una situazione che va a troie è piu' disastrosa di una che va a puttane - ho risposto che è ovvio che sia cosi') e mi pongo domande che rimarranno sempre senza una risposta e lascio cadere i minuti che mi restano giu' per la scala a chiocciola senti che bel rumore ma guardandomi alle spalle non mi volto mai tranne oggi mi dico ti dico che cazzo ci sei venuto a fare nel mio angolo di oblio a fare tutto questo casino per niente a ricordarmi di quanto è profondo questo taglio a spargere sale e canzoni sulle ferite che erano solo coperte di vento ma attenzione non sto parlando a te veramente forse era giusto cosi' forse ma forse ma si devo prepararmi per il lavoro infilo l'abito viola e non metto gli slip cosi' faccio prima l' appuntamento è alle diciannove e quindici alle diciannove e quaranta saro' gia' in macchina la mia a maledire i miei coralli nei capelli e miei giorni derubati al tuo nome che non ho mai voluto conoscere davvero quando si potevano mangiare anche le fragole resto e voglio restare quel che sono puttana da pochi soldi con in testa un sogno irrealizzabile e nessuno in grado di levarmelo giu' dai finti sospiri della carne cosi' chiudo gli occhi e canto