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Michele Liguori il vigile simbolo lotta a ecomafie è morto da eroe!

Post n°2325 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da luger2
 

E'morto all'età di 59 anni Michele Liguori, il vigile urbano di Acerra che èdiventato uno dei simboli della lotta contro lo sversamento di rifiuti cheavvelenano la Terra dei fuochi, in Campania. Liguori, che era l'unico vigiledel settore ambiente della Polizia municipale di Acerra, era affetto da duetumori che gli erano stati diagnosticati a maggio. I funerali di Liguorisaranno celebrati lunedì alle 10,30 nella chiesa di Sant'Alfonso ad Acerra,come ha fatto sapere la polizia municipale. Si èsempre battuto contro l’avvelenamento della sua terra, ma non è riuscito asconfiggere i due tumori che nemmeno un anno fa ha scoperto di avere. Se ne èandato domenica all’alba Michele divenutouno dei simboli della lotta controlo sversamento di rifiuti che avvelenano la Terra dei fuochi,non era solo un vigile urbano per gli abitanti di Acerra, era un simbolo di quella lotta comune allosversamento di rifiuti che avvelenano la tristemente nota Terra dei fuochi. Intantoi comitati che si battono contro lo sversamento dei rifiuti, continuano labattaglia condivisa da Liguori fino all'ultimo. Proprio ieri, a Napoli, gliattivisti sono tornati per avere lamassima trasparenza sulle bonifiche, e lo stop ai roghi tossici."È come don Peppe Diana, un eroe. Nel suo sangue c'erano alte percentualidi Pcb, la stessa sostanza che è presente nei regi lagni e che ha avvelenato legreggi ad Acerra" , tuona dal suo blog il tossicologo Antonio Marfella.
 MicheleLiguori era stato anche uno dei protagonisti del docu-film "Biutifulcauntri" sugli scempi del traffico di rifiuti tossici in Campania.Centinaia di messaggi di cordoglio sono giunti alla famiglia da tutt'Italia etramite Facebook. Il video della sua ultima intervista rilasciata al quotidianoLa stampa" è tra i più cliccati sulla rete.
I camorristil’avevano soprannominato in modo sprezzante: «O’ vigile chiatto co à barb». Eral’unico fuori dal giro. L’unico che non serviva per fare affari con i rifiutitossici. «Lui non ha mai offerto coperture» ha dichiarato il pentito PasqualeDi Fiore, a proposito di Michele Liguori. 

I due tumori gli hannodivorato la pancia, colpa della diossina, PCB 118 e PCB 126, cioè gli stessiagenti patogeni che avevano avvelenato le greggi ormai dodici anni fa.  Daallora nulla è cambiato. Si continua a morire ogni giorno. Non esiste unregistro tumori della Regione Campania. I fusti sono ancora interrati inlocalità Calabricito. I cavolfiori e le fragole vengono coltivati in questastessa terra, davanti alle recinzioni. Ogni notte, la ciminiera dell’exMontefibre sputa fiammate da cui ricadono lapilli e cenere nera, che sideposita ovunque. Un pentito ha raccontato che l’impresa edile dei fratelliPellini, dal 1998 al 2005, è stata costruita usando cemento impastato con amianto.Non solo le verdure, la frutta, le bestie, i contadini, ci sono anche setteanni di edilizia tossica da considerare. Ma ancora nessuno ha apertoun’inchiesta per capire quali palazzi siano pericolosi per la salute pubblica. 

 «Il mio lavoro non èservito», disse il vigile urbano con un filo di voce scura. La moglie Maria,sempre al suo fianco. Per sette anni, è andato a vedere ogni fuoco e ogni sversamento.«Un giorno è tornato con le suole che si squagliavano sul pavimento dellacucina - racconta la signora Liguori - non so dove avesse camminato, ma lescarpe erano letteralmente in decomposizione. Un’altra volta ha perso la voceall’improvviso. Certe notti lo annusavo sconcertata, trasudava odore chimico,puzzava di pneumatici bruciati». Il vigile Liguori scattava fotografie,stendeva rapporti. Denunciava. Chiedeva aiuto. Nell’epicentro del disastro, luiera l’unico agente della sezione ambientale di Acerra, il che rende l’idea. Maper due anni è stato addirittura spostato ad aprire la porta del castello delpaese, perché era considerato «troppo zelante».   Alla fine, è tornato sulcampo di battaglia, a respirare veleni per altri due anni, dal 2011 al 2013. Inperfetta solitudine. «A maggio si fece giallo di colpo - racconta Maria Liguori- prima si pensava fosse la colecisti, poi scoprimmo i tumori». E’ una donnacon un sorriso dolce e disperato. «Sappiamo che in paese molti sono felici diquesta nostra tragedia, abbiamo provato a scappare. Ma ai concorsi, Michelearrivava sempre secondo». Il vigile Liguori rigirando a fatica nel suo letto,ha un lampo di rabbia negli occhi lenti: «Questa è la terra di mio padre e dimio figlio, non potevo far finta di non vedere. A me i vigliacchi non sono maipiaciuti». Per lui nessuna indennità, ovviamente. Neppure una telefonata diringraziamento. E se volete verificare da vicino perché l’Italia è un Paeseperduto, venite qui con in mano le sentenza del Tribunale di Napoli, Sestasezione penale, sul caso Acerra.  Vi si racconta del maresciallo deicarabinieri Giuseppe Curcio, comandante della «locale stazione». Scriveva iverbali al posto degli avvelenatori, per non scomodarli inutilmente. Avvisavadi ogni controllo, insabbiava le denunce dei cittadini onesti. Sono statisversati rifiuti tossici persino nel parco archeologico. Hanno rimpinzato lefosse comuni dei guerrieri sanniti con scarti di fonderia. Piombo e denaro.Tonnellate di banconote della zecca, destinate al macero, sono state seppellitequi. Con amianto, materiali gassosi che innescavano fiammate improvvise, vecchitelefoni a rotelle della Sip, liquami delle industrie del Nord. Nelleintercettazioni li senti dire: «Questa roba puzza troppo. Scegli tu, dammi dueo tre codici diversi». Scrivevano quello che volevano sulle certificazioni,tanto avevano contro soltanto il vigile grasso.  

 «Dal 1999 nulla èstato fatto per bonificare», dice l’oncologo Antonio Marfella. Lavoraall’Istituto Tumori di Napoli. E’ stato il primo a far analizzare in Canada, asue spese, il sangue del pastore Cannavacciulo, morto di tumore a maggio del2007: «Perché gli ottocento laboratori pubblici della Regione Campania nonerano attrezzati». I canadesi, invece, hanno risposto a stretto giro di posta.«Nel sangue del pastore, così come in quello delle sue pecore, c’era un livellodi diossina 400 volte superiore al consentito». Ma i livelli sono ancora altioggi. «Ma in questi anni lo Stato ha trattato peggio gli uomini delle bestie -dice il dottor Marfella - per comprendere cosa stia succedendo a unapopolazione di 3 milioni di abitanti, a fronte di 12 milioni di tonnellate dirifiuti tossici accertati, hanno campionato 84 casi». Quando la famigliaCannavacciulo si era rivolta a lui, l’oncologo Marfella non conosceva questastoria: «Pensavo bastasse un richiamo alle istituzioni, ritenevo che fosserodistratte o molto impegnate. Ma ora, dopo sei anni di immobilismo, ho capito:erano colluse».  

 Acerra è un perfettolaboratorio italiano. Per i fratelli Pellini il reato di disastro ambientale èstato prescritto. E anche la condanna in primo grado per traffico di rifiutiilleciti rischia di cadere in prescrizione in appello. Il maresciallo Curcio,seppur condannato, gira per il paese a testa alta. Mentre gli unici due operaidell’impresa di smaltimento fanghi, che avevano avuto il coraggio di raccontarecon quali sostanze preparassero il cemento, non vivono più. «Sono statomassacrato di botte - ci racconta uno di loro - ho il cancro. Ho paura per me eper i miei figli. 

All’Asl Napoli2 le«esenzioni ticket per soggetti affetti da patologie neoplastiche maligne» sonoaumentate del 34,1 per cento in tre anni. Ad Acerra erano 427 nel 2009, sonodiventate 774 nel 2012 (+81,2%). «Mancano i soldi per la bonifica», ma  la ditta incaricata di smaltire almeno i fustiinterrati in località Calabricito ha già preso i soldi, senza mai eseguire illavoro.  In pochi posti al mondo si può soffrire di solitudine come inquesto pezzo di Italia. «E’ andata così - disse Liguori - la gente vede quelloche succede, ma non vuole impicciarsi. Non capisce che per colpa dei velenimoriranno anche i nostri figli». La flebile luce del tramonto filtra nellacamera dell’agonia. Le persiane sono ricoperte di una patina nera collosa. Ilimoni in giardino non danno più frutti. Alle cinque del pomeriggio, gli occhidel «vigile zelante» si chiudono per la fatica. E’ morto un eroe!

http://www.lastampa.it/2014/01/19/multimedia/italia/non-potevo-far-finta-di-nulla-ora-rischio-la-morte-jaOdmej3FVEqJiY8pZZ5gP/pagina.html

 
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