Creato da artemisia_gent il 31/08/2007

Mamma & Prof.

Il flusso di coscienza di una mamma alle prese con la vita di tutti i giorni. Casa, scuola, famiglia, ideali, viaggi e pensieri: ecco cosa potete trovare.

 

Odio il Natale

Post n°1785 pubblicato il 19 Dicembre 2016 da artemisia_gent

Ogni anno che passa odio sempre di più il Natale.

Lo odio dal profondo, da sempre.

Da piccola lo odiavo perchè voleva dire stare a casa tanti giorni senza fare niente, senza scuola, a casa. Erano giorni di immensa solitudine.
I regali mi hanno sempre delusa, me li sono sempre scelti da sola, non ho mai creduto a Babbo Natale.

Crescendo il Natale è diventato un peso insostenibile, è sempre una scelta. Con chi stare, dove andare, chi accontentare. Piuttosto che scegliere vorrei sparire. Vorrei stare da sola, vorrei addormentarmi oggi e scegliarmi il 7 gennaio.

Lo odio.

E' il momento delle cose fatte per forza, delle incomprensioni, del dovere.

Vorrei sparire perchè proprio non ho voglia di dover decidere, di dover comprare per forza regali a tutti. Non ho nessuna voglia di Natale, perchè a me tutto questo fa schifo, da sempre. E nessuno lo capisce. Lo odio, lo odio da sempre e nessuno si sforza di capirmi, di comprendermi.

 
 
 

la mia scuola č diversa, parte II

Post n°1784 pubblicato il 17 Dicembre 2016 da artemisia_gent

Mi sono sempre un po' pentita di aver lasciato l'ITC per l'IPSIA perchè all'ITC avevo un gruppo di amici forte e coeso. Avevo paura di non poterlo più ritrovare. Invece mi sono ricreduta.

All'IPSIA ho trovato tantissime persone d'esperienza che mi hanno fatta crescere professionalmente, che mi hanno aiutata a diventare una profe migliore, a capire che non è vero che sono l'ultima ruota del carro ma una pedina importante. Però i colleghi esperti sono tutti un po' in là con l'eta, hanno tanto da dare sul campo dell'esperienza ma fisicamente parlando sono un pochino esauriti. Invece in questi mesi ho potuto fare gruppo con colleghi giovani, ovviamente tutti matematici, ingegneri e architetti (sia mai che io faccia amicizia con un'umanista) e abbiamo iniziato a divertirci più di quanto potevo farlo all'ITC. Anzi il nostro preside ha organizzato un gioco come nelle aziende americane, di collaborazione e cooperazione tra insegnanti e alunni e abbiamo usato la nostra scuola non come luogo di studio ma di amicizia e gioco. Non ho vinto, ma ci siamo divertiti un sacco. Mi sono divertita di più a organizzare, disegnare, decorare piuttosto che a giocare, ma è stato bello.
Ho capito che è questa la scuola per me.
Non fa per me una scuola tradizionale, ingessata, bacchettona.
L'ipsia è come la scuola che ho frequentato io, che anche se non mi ha fatto studiare come avrei voluto mi ha dato altro e comunque mi ha dato l'impulso giusto per continuare i miei studi. Quando ci ripenso so che la mia scuola in un certo senso mi ha salvata e anche l'IPSIA salva. Ed era proprio questo che volevo fare come insegnante.

 
 
 

La mia scuola č diversa

Post n°1783 pubblicato il 02 Dicembre 2016 da artemisia_gent

In questi giorni sono andata nelle scuole medie a fare orientamento in uscita. Ho presentato la mia scuola, l'ho resa accattivante, in pratica stavo "vendendo" un prodotto.  Ci sono stati diversi momenti in cui sceglievo le parole da pronunciare, le cose da diree mi sentivo una fallita. Possibile che io debba "vendere" la mia scuola come se fosse un prodotto commerciale? Il sapere dovrebbe essere fruibile da tutti, di libera scelta, non una gara tra chi ha le "piume" più belle.

A lungo termine la mia scuola è vincente. Al giorno d'oggi i professionali danno molte più opportunità che i licei. Ho un più alto tasso di occupazione tra i miei ex alunni del professionale che tra quelli delle altre scuole in cui ho insegnato, ma al giorno d'oggi tutti vogliono essere dottori, guadagnare tanto e si illudono che questo possa avvenire con una laurea piuttosto che una qualifica professionale.

Il mio corso in particolare apre tantissime opportunità e più ci insegno e più mi piace e più mi rendo conto che doveva essere quella la mia strada già da piccola. Se avessi frequentato quella scuola oggi avrei avuto una carriera diversa, sicuramente sarei riuscita a lavoare nella moda, ma allora per i miei genitori era declassante... dovevo frequentare un liceo, non un professionale. E questa idea è viva più oggi che ieri, ed è con questa idea, con questo preconcetto, che devo lottare durante l'orientamento. In una società equa e giusta la scuola non si dovrebbe (s)vendere, ma dovrebbe essere accessibile secondo le attitudini di ogni individuo... chissà quanti bravi meccanici arrancano al liceo e sono insoddisfatti...

 
 
 

Recap

Post n°1782 pubblicato il 24 Novembre 2016 da artemisia_gent

E' da un mese che manco da queste parti, ma troppo spesso non ho il tempo neanche per respirare e appena posso mi sdraio sul divano con un libro in mano. Mi aiuta a rilassarmi e dimentico tutto quello che di brutto e faticoso c'è nella mia vita.

Ora, quest'anno, ho due lavori a tempo pieno, insegnante e mamma. Non sto chiedendo aiuto a nessuno, faccio tutto da sola. Mi occupo delle bambine, del mio lavoro e della casa da sola. Spesso sono stanca, ma ho deciso che è meglio così.

A scuola le cose non vanno poi così tanto bene. Mi piace la scuola, non vorrei andare da nessun'altra parte, ma anche per quest'anno non ho classi, sono ufficialmente lì per le sostituzioni, poi mentre sono lì faccio dell'altro come per esempio fare qualche lezione di storia della moda, ma solo con una collega, con l'altro proprio non mi ci trovo. 
Dei 5 rifugiati che avevo me ne è rimasto solo uno, il più giovane, e mi dispiace un sacco. Sto lavorando tanto per ripotarne a scuola almeno due, sto aspettando una risposta da almeno 2 settimane ma ancora niente. Mi dispiace un sacco, credevo in questo progetto. Dei tanti che avevo mi è rimasto solo A. con cui non riesco ad entrare in confidenza. Fa passi da gigante nell'italiano, apprende in una maniera strabiliante, ma litighiamo spesso. Non si fida di me. Principalmente perchè sono una donna, poi perchè deve essersi fidato di qualcuno e deve essere stato fregato alla grande. Solo che non parla. Ha appena 18 anni e una storia atroce alle spalle. Mi ha detto la mediatrice di provarle tutte, di non aver paura, tanto ormai il danno è fatto, non posso di certo peggiorare le cose, ma solo migliorarle. Oggi volevo aiutarlo anche di scienze, solo che non mi ricordo niente e lui rideva... io bianca come faccio a non sapere tutto? Ma come faccio a insegnare agli africani che i bianchi non sanno tutto, che i bianchi non sono infallibili? Eppure mi scontro sempre con questo preconcetto ogni qual volta mi confronto con loro. Io non so tutto. Avere la pelle bianca non significa essere migliori. Essere bianco non significa conoscere lo scibile. 
Visto che non ho più alunni sono di supporto alle classe intera e qui escono i problemi. Sono nati diversi problemi e io non vorrei finirci in mezzo. Per questo preferirei avere classi mie, dove sono io che decido, dove sono io che metto le cose in chiaro, dove gestisco io le cose. Invece niente.
Cambierà, ne sono sicura.
Così in attesa che qualcosa cambi cerco di sopravvivere, cerco di aiutare chiunque me lo chieda, se c'è da andare da qualche parte a far presenza vado io: orientamento, comune, riunioni inutili e fiume, insomma faccio tutte le cose antipatiche che toccherebbero ai colleghi titolari in modo da togliermi da certe classi scomode e non incorrere in pericoli.
Però mi rimane l'amarezza. In Italia permane troppa illegalità e ingiustiza, il merito proprio non vale.

Ora vado a studiare scienze, non sia mai che A. mi sgridi di nuovo.

 
 
 

momenti no

Post n°1781 pubblicato il 17 Ottobre 2016 da artemisia_gent

Non c'è niente da fare... non riesco a far girare la mia vita come dico io. Non riesco a riportare tutto come era tra il 2010 e il 2012, quando ero così soddisfatta di tutto. La casa al mare, la casa in campagna, sempre in giro, sempre in viaggio. Una super famiglia felice sempre con il sorriso, dove non sapevo cosa mi aspettava dietro l'angolo. Un cassetto di sogni da realizzare, un sacco di cose da portare avanti...

... e poi niente, tutto pian piano si è sgretolato, pezzo per pezzo.

E quando ne metto a posto una parte, quando tutto mi sembra tornare come prima ecco che qualcosa va storto. E anche se faccio di tutto per dimenticare, per non pensarci, per far finta che non esista tutto si ripresenta. Sarei per le situazioni drastiche. Un taglio e via. Non per questo logoramento continuo.

E ora mi trovo sola, devo far affidamento solo su me stessa e su mio marito. Spesso penso che per esser così soli tantovaleva trasferirsi, provare la fortuna in America o altrove.

 
 
 

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