Estemporanea

La vetta.


Poesia di Arturo Graf  La vettaAvanti! pochi altri passi e poi sarem sulla vetta! avanti pur senza fretta, per mezzo agli sterpi e ai sassi. La vetta è là, tutta sgombra, tutta serena nel sole, lungi da quanto si duole, fuor dalle nebbie e dall'ombra.Anima inquieta e stanca, non ti rivolgere indietro: in basso il vapore tetro, in alto la luce bianca, Voi, cui travaglia ed opprime un cruccio greve e nascoso, ponete mente: riposo non è se non sulle cime.  Bellissima, vero? L'ode è un vero e proprio inno alla vita, alla bellezza della libertà nella gioia di esistere,  d'essere liberi, di vivere pienamente, superando gli ostacoli che quotidianamente ci fanno inciampare nei dubbi, nella difficoltà.......eppure l'uomo tutto può, legato dal libero arbitrio, può sperimentare percorsi arditi, solo volendo e desiderando che si compia il miracolo.Quale miracolo? Il miracolo di vivere una vita degna. L'uomo potrà trovare ristoro e riposo all'inquietudine e alla stanchezza che l'annichiliscono e lo gettano nel baratro,  lassù, solo sulle « poderose cime», lassù, alla ricerca costante di un miglioramento interiore, spirituale e morale, che lo elevi al di sopra  e dei crucci e dell'abbrutimento inevitabile dello sconforto esistenziale e dell'angoscia del tempo. Salire, con ponderabile sforzo ed impegno per elevarsi al bene inconfutabile ed alla preziosità della Vita, nella pienezza della Luce che la stessa rifulge ed effonde dall'Alto...lassù, sulla vetta....