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Il ramo rubato


Nella notte entreremo a rubare un ramo fiorito. Passeremo il muro, nelle tenebre del giardino altrui, due ombre nell'ombra. Ancora non se n'é andato l'inverno, e il melo appare trasformato d'improvviso in cascata di stelle odorose. Nella notte entreremo fino al suo tremulo firmamento, e le tue piccole mani e le mie ruberanno le stelle. E cautamente nella nostra casa, nella notte e nell'ombra, entrerà con i tuoi passi il silenzioso passo del profumo e con i piedi stellati il corpo chiaro della Primavera.(Neruda, da “Los versos del Capitàn”, 1952)..Siamo da qualche settimana in primavera, una primavera come le altre, un po’ in sordina, con il tempo che cambia, il più delle volte senza darne preavviso. Verrebbe da dire che non esistono più, o quasi, le mezze stagioni quali sono sempre state primavera ed autunno, per me le più belle con una mia leggera preferenza per la primavera. Quest’ultima ridotta nella sua fragilità naturale a poche settimane che diano lustro a questa splendida stagione. Amo veramente tanto questi versi del poeta di Parral (Cile), perché in essa si individuano tre elementi essenziali, spesso evidenziati in altri componimenti nerudiani: la notte, la coppia, la primavera. La notte e la coppia: c’è un amalgama di anime che, rivolgendo la propria attenzione al fiorire di una pianta, fanno nell’immaginario intravedere due ombre che rubano un ramo da un melo, ne percepiscono la lucentezza in una notte illuminata dalla luna e la sottile fragranza, come fosse una “cascata di stelle odorose”.Resto sul serio affascinato da quest’ultima espressione, una sfumatura immensa di colori e di sensazioni non descrivibili con semplicità, anche perché Neruda in un certo senso identifica il melo con un universo di stelle luccicanti in una notte di perenne passione. La chiusa, “il corpo chiaro della primavera” è il suggello d’amore di chi si ama, nel momento in cui si manifesta e rende la vita completamente differente da prima.In un attimo c’è uno stravolgimento di una realtà improntata alla quotidianità, alla ripetitività di gesti che avviene quasi in “automatico” e subentra - spesso essendo inizialmente inconsapevoli – uno stato di grazia interiore difficile da esternare, solo da vivere intensamente, profondamente con la persona del cuore.Con l’anima in fiamme che consuma lentamente una passione insaziabile e di infinita grandezza.  Così sei tu per me…