L’aristocratico pittore e scrittore Karel van Mander, il Vasari fiammingo, ha lasciato una bella testimonianza della propria pittura e della propria fede cattolica dipingendo attorno al 1575 in palazzo Spada a Terni l'appena avvenuta strage di San Bartolomeo a Parigi, quella dove furono trucidati gli Ugonotti. Eppure era egli uomo assai mite in quanto nel suo Libro della Pittura (Schilder-Boeck, Haarlem 1604) scrisse con garbata ammirazione alcune pagine a proposito d'un pittore da lui ben diverso, il popolarissimo Pieter Bruegel da poco defunto. Così lo descrive: «Era un uomo tranquillo, saggio e discreto; ma quand'era in compagnia era divertente e amava far paura alla gente o ai suoi apprendisti con storie di fantasmi e mille altre diavolerie». Poi aggiunge: «assieme a Fanckert, Bruegel amava andare a trovare i contadini, in occasione dei matrimoni o delle fiere. I due uomini si vestivano alla paesana e, come gli altri convitati, portavano presenti e si comportavano come fossero appartenuti alla famiglia o alla cerchia d'uno degli sposi. Bruegel si dilettava ad osservare le abitudini dei contadini, le loro maniere a tavola, le loro danze, i loro giochi, il loro modo di corteggiare, e tutte le stramberie alle quali si potevano dedicare, e che il pittore sapeva riprodurre con molta sensibilità e buon umore, con colore sia all'acquarello che all'olio, essendo egli parimenti abile in ambo le tecniche. Tra l’altro conosceva bene il carattere dei paesani e delle paesane della regione di Kempen.Basterebbe questo aneddoto di Van Mander per inquadrare perfettamente le capacità pittoriche di Bruegel. Tra l’altro ha frequentato per un certo periodo l’Italia, in particolare Napoli, Reggio Calabria e la Sicilia di cui sono state inventariate opere di quelle città/regioni. Quanto al nome bisogna stare attenti a non confonderlo con Pieter detto il vecchio per distinguerlo da Pieter il giovane e dal figlio Jan, noto come “il Brueghel dei velluti.” Bruegel il Vecchio si distinse, in seguito, dai suoi discendenti per aver abbandonato l’“h” nel cognome, mantenuta dai suoi successori (Brueghel)Non vi sono molte notizie certe su questo pittore fiammingo: incerta la sua data di nascita -1526 - certa quella di morte avvenuta nel 1569 a Bruxelles. La sua produzione pittorica è discreta (intorno alle 40 opere). Lo stile è allegorico/satirico/moralizzante, al limite del grottesco e del fantastico, ereditato da un grande pittore dei Paesi Bassi: Hieronymus Bosch. Della sua produzione pittorica mi sono interessato particolarmente due suoi dipinti celebri: Proverbi fiamminghi e Combattimento fra Carnevale e Quaresima. Proverbi Fiamminghi (1559) conservato a Berlino.
Pieter Bruegel
L’aristocratico pittore e scrittore Karel van Mander, il Vasari fiammingo, ha lasciato una bella testimonianza della propria pittura e della propria fede cattolica dipingendo attorno al 1575 in palazzo Spada a Terni l'appena avvenuta strage di San Bartolomeo a Parigi, quella dove furono trucidati gli Ugonotti. Eppure era egli uomo assai mite in quanto nel suo Libro della Pittura (Schilder-Boeck, Haarlem 1604) scrisse con garbata ammirazione alcune pagine a proposito d'un pittore da lui ben diverso, il popolarissimo Pieter Bruegel da poco defunto. Così lo descrive: «Era un uomo tranquillo, saggio e discreto; ma quand'era in compagnia era divertente e amava far paura alla gente o ai suoi apprendisti con storie di fantasmi e mille altre diavolerie». Poi aggiunge: «assieme a Fanckert, Bruegel amava andare a trovare i contadini, in occasione dei matrimoni o delle fiere. I due uomini si vestivano alla paesana e, come gli altri convitati, portavano presenti e si comportavano come fossero appartenuti alla famiglia o alla cerchia d'uno degli sposi. Bruegel si dilettava ad osservare le abitudini dei contadini, le loro maniere a tavola, le loro danze, i loro giochi, il loro modo di corteggiare, e tutte le stramberie alle quali si potevano dedicare, e che il pittore sapeva riprodurre con molta sensibilità e buon umore, con colore sia all'acquarello che all'olio, essendo egli parimenti abile in ambo le tecniche. Tra l’altro conosceva bene il carattere dei paesani e delle paesane della regione di Kempen.Basterebbe questo aneddoto di Van Mander per inquadrare perfettamente le capacità pittoriche di Bruegel. Tra l’altro ha frequentato per un certo periodo l’Italia, in particolare Napoli, Reggio Calabria e la Sicilia di cui sono state inventariate opere di quelle città/regioni. Quanto al nome bisogna stare attenti a non confonderlo con Pieter detto il vecchio per distinguerlo da Pieter il giovane e dal figlio Jan, noto come “il Brueghel dei velluti.” Bruegel il Vecchio si distinse, in seguito, dai suoi discendenti per aver abbandonato l’“h” nel cognome, mantenuta dai suoi successori (Brueghel)Non vi sono molte notizie certe su questo pittore fiammingo: incerta la sua data di nascita -1526 - certa quella di morte avvenuta nel 1569 a Bruxelles. La sua produzione pittorica è discreta (intorno alle 40 opere). Lo stile è allegorico/satirico/moralizzante, al limite del grottesco e del fantastico, ereditato da un grande pittore dei Paesi Bassi: Hieronymus Bosch. Della sua produzione pittorica mi sono interessato particolarmente due suoi dipinti celebri: Proverbi fiamminghi e Combattimento fra Carnevale e Quaresima. Proverbi Fiamminghi (1559) conservato a Berlino.