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Disabilità sartoriali

Post n°470 pubblicato il 15 Marzo 2018 da gaza64
 
Tag: buchi, tagli

 

Ci si arriva attraverso uno sbaglio dopo l'altro,
quando cucendo due pezzi di stoffa ti accorgi di non averli
tagliati abbastanza e il risultato è qualcosa di troppo largo,
rispetto alla dimensione di te che avevi considerato,
o troppo stretto,
avendola sottovalutata.

O quando incastri un filo di lana tra due ferri che spesso
sfuggono alla tua presa maldestra e qualche maglia la salti e
il buco che c'è rimasto nel mezzo ti parla di una mancanza o di
una svista,
rispetto a quella che avrebbe dovuto essere la sua interezza.

E così con gli altri fai gli stessi errori,
sopravvalutandoli o sottovalutandoli come hai sempre
fatto con te stessa e non riesci a indossarli se non per provarli
dopo averli imbastiti e hai bisogno di riadattarli.

Ma se erano troppo stretti li perdi.

E quei buchi,
nati per i silenzi che si sono formati tra una parola e l'altra,
diventano vuoti e per tornare indietro ed evitarli è troppo tardi.

Però hai capito,
attraverso quegli sbagli,
che l'incertezza del risultato di ogni tentativo è il motivo per
tentare ancora ed evitarli.

Non i buchi,
né i tagli.

E nemmeno gli altri.

 

 
Rispondi al commento:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 17/03/18 alle 10:19 via WEB
Gabriella CARA. Che bel post. E quanta verità c'è dentro. E quanto mi ci sento... E mi sento anche di dire, che è la nostra questa disabilità... che invece siamo solo capaci di cucirla addosso a chi funziona in maniera altra da noi, ma che è invece capace, solo con uno sguardo o con uno specchio dolce dell'anima, di tessere vestiti del cuore, perfettamente calzanti. Sì, lo so, che io parlo sempre per l'esperienza del mio dolore più immenso che è il mio ragazzo.. ma io sono più che certa, che tu hai scritto questo post, anche per ciò che leggi, che hai letto da me, e non certo scrivo questo per una sorta di egocentrismo, nè presunzione. E' la sensibilità a parlare, ed anche a far capire, farci capire, le ns esperienze umane personali. E' un bellissimo post, e sono contenta, di aver sbloccato le mie parole, che molte volte si rifugiano nella stanza dell'anima, di cui parlavo sul mio blog, in risposta, all'amica che mi precede in questo mio commento. Un abbraccio ad entrambe. Roberta
 
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