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Giuseppe Catanzaro

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SEMU RICCHI E NUDDU U SAPI

Post n°927 pubblicato il 15 Gennaio 2015 da catanzarogiusep50_1
 

Tratto dal libro di Pietro Moceo

Accattari

Comprare. Dal normanno acater e dal latino ad-captare, cercare di prendere.

Accattari, in tutti i suoi tempi grammaticali, non seguito dal complemento oggetto, da noi ha un solo si gnificato: partorire.

Prima che I'educazione sessuale fosse presa in considerazione dai genrtori e dalle istituzionì scolastiche, la morale faceva divìeto alla madre di dire al flglio che le chiedeva la causa di quel gonfiore addominale. di essere in gravidanza, anzi in "statu interessanti".

"lnteressanti", nella nostra lingua esprime il concetto di qualcosa di straordinario e di valore, che deve essere protetto da tutti.

 Per spiegare quella progressiva crescita della pancìa, la mammina diceva che stava raccogltendo i "picciuli" per comprare un "picciriddu"..

A quanto ne so, la cifra era Ia stessa sia per comprare un bambino che una bambina. E, poiché l'ecografia non esisteva, in caso di parto gemellare valeva la formula: paghi uno e porti due.

A quel tempo, si provava a identificare il sesso del nascituro dalla forma della pancia della donna incinta (a pera per il maschio, rotonda per la femmina). O si andava a vedere la disposizione della capigliatura alla radice della nuca dell'ultimo  figlio: se finiva a coda sarebbe nato un maschio. Ma anche il tipo di percezione, da parte della madre, dei movimenti del feto era foriero della natura del sesso. Movimenti troppo rapidi, quasi violenti, sarebbero appartenuti al sesso maschile.

Allora si partoriva in casa. Ma molto, molto prima, a casa sì osavano fare, per fortuna non molto frequentemente, certi tipi di operazioni come le appendicectomie. L'anestesia era ancora agli albori e il cloroformio, che veniva inalato attraverso un batuffolo di cotone idrofilo ben pregno, la faceva da padrone.

L'igiene era un optional. Si contavano i morti così come nell'Inghilterra dell'Ottocento si contavano le morti di donne che, per la morale di allora, non potevano essere visitate all'addome se non attraverso spesse coperte che le ricoprivano.

Ritornando al parto in casa, la gestante era assistita solo da donne e dalla mammana, la levatrice. L'arrivo in pompa magna di quest'ultima rappresentava l'esilio temporaneo per tutti i piccoli della famiglia che senza preavviso venivano catturati, "impacchettati" e spediti a casa del parente di turno, perché la madre doveva "accattari". Poi, quando la cicogna avrebbe portato "u picciriddu", si poteva rientrare a casa, dove si ere accolti dal frenetico andirivieni da una stanza all'altra e dal chiacchiericcio delle donne di famiglia e del marito (unico maschio ammesso a corte).

Nell'aria l'odore di caffè e del profumo versato addosso al neonato appena portato dalla cicogna. ll bimbo giaceva al fianco della madre, felice ma 'distrutta" (ma poi perché doveva essere distrutta? Non aveva fatto tutto la cicogna?).

Sul tavolo da pranzo troneggiava la bottiglia di rosolio, un liquore che si offriva in segno di augurio.

Noto sin dal Cinquecento, il rosolio si preparava in casa, macerando petali di rosa in alcool a 45" Poi, secondo le ricette, si aggiungevano scorze di agrumi (mandarino o limone), menta, anice, caffè.

 

 
 
 
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