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Cerchio Firenze 77: DOPO IL TRAPASSO


Noi abbiamo sempre detto che nel piano astrale, subito dopo il trapasso, l'entità non cambia molto da quello che era sulla Terra.
 Anzi, dirò che il cambiamento, che poi alla fine viene, è che in virtù della fondamentale caratteristica del piano astrale, che è quella di creare situazioni al solo pensiero dell'interessato, ebbene, in virtù di questa cosa, succede che le creature che hanno, per esempio, avuto una specie di fissazione, fissazioni che si possono avere nella vita, che voi stessi potete avere in piccola misura, avviene, attraverso questa fondamentale caratteristica del piano astrale, una specie di saturazione, così, ad esempio, il goloso che ama la buona cucina, desiderando ancora di mangiare, con la sua mente, attraverso la caratteristica della materia astrale che è quella di concretizzare i pensieri che si possono avere in modo abbastanza evidente, si creerà tutti i cibi che a lui piacevano e naturalmente poi non trovando più quella soddisfazione che invece aveva quando poteva mangiare con il corpo fisico, poco a poco si stacca da questa cosa. Però una cosa è certa, che se nella sua vita non ha portato avanti una situazione mentale di superamento di questa sua limitazione, di questa sua debolezza o eccesso, è certo che nel piano astrale, ad un certo punto, per un meccanismo naturale, arriverà a saturarsi, abbandonare quell'idea, però nella vita successiva, se non aveva ancora portato avanti il discorso del superamento, dovrà completare l'esperienza. È comune convinzione che quando uno trapassa sia nel regno della verità. Non è vero proprio niente, non la vede la verità, continua a vedere le sue convinzioni, le sue opinioni personali. Così non si accorge neppure dei propri errori se non comincia ad avere l'intenzione di volerli vedere e di volerli riconoscere. Quando comincia in lui quella intenzione, ripeto, attraverso a un processo quasi di saturazione, ecco che, avuta questa intenzione, comincia a rivedere la sua vita ultima; e la vede naturalmente con occhi diversi di quando l'ha vissuta, la vede con gli occhi di colui che ha ottenuto una piccola maturazione dovuta all'esperienza, alla vecchiaia. Rivede la sua gioventù, la rivede con gli occhi di un uomo maturo, se è trapassato in età matura. Quindi può fare delle riflessioni, delle valutazioni che certamente non ha fatto nell'irruenza della sua gioventù. Questo rivedere la vita porta sì in effetti a tirare le somme delle esperienze avute, però, ripeto che, se queste esperienze non sono state sufficientemente incisive, dovrà continuarle nella vita successiva per raggiungere la liberazione da quella limitazione di cui soffre e che in quel particolare momento deve superare. Entità François