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Esperienze ai confini della morte: "Ecco cosa ha visto chi è tornato dall'aldilà"

Post n°1184 pubblicato il 13 Maggio 2018 da alf.cosmos
 
Foto di alf.cosmos

Esperienze ai confini della morte, a Messina lo scienziato Pim Van Lommel: "Ecco cosa ha visto chi è tornato dall'aldilà"

Il cardiologo olandese Pim van Lommel racconta a Messina le esperienze di Nde:  "la coscienza vive oltre la morte"

 

29 gennaio 2018 13:22 | Serena Guzzone

 

Grande partecipazione di pubblico ieri alla giornata di studio organizzata a Messina dall'associazione Anthurium Rosa dedicata alla "Coscienza oltre la vita". L'associazione  ha avuto l'onore di ospitare il cardiologo di fama internazionale Pim van Lommel, cardiologo olandese, pioniere nella ricerca sulle Near-Death Experiences.


nde


Il cardiologo olandese durante il suo intervento ha approfondito il concetto di continuità di coscienza basata sulla ricerca scientifica e sull'esperienza di premorte vissuta da persone sopravvissute ad arresto cardiaco. Secondo gli studi condotti dal medico  la nostra coscienza non può essere localizzata ne nel tempo e ne nello spazio. La  coscienza  trova origine in un regno non locale e il cervello  serve come stazione di onde coscienza. La funzione del cervello è insomma paragonabile ad un trasmettitore interfaccia.  La sussistenza di processi percettivi complessi che avvengono durante un periodo di apparente morte clinica sfidano il concetto che la coscienza sia localizzata esclusivamente nel cervello. I dati raccolti dagli svariati studi sulle Nde suggeriscono che le Nde avvengono durante l'incoscienza. Si tratta di una conclusione  sorprendente,  perche quando il cervello è in stato disfunzionale, dal momento che il paziente è in uno stadio comatoso, le strutture celebrali che sostengono l'esperienze soggettive delle memoria dovrebbero essere fortemente danneggiate. Esperienze complesse come quelle riportate nelle nde non dovrebbero esserci o quanto meno non nella memoria del paziente. I pazienti non dovrebbero avere alcuna esperienza soggettiva. Sembra dunque impossibile trovare una spiegazione scientifica per la Nde fintanto che crediamo che la coscienza sia un effetto collaterale connesso al funzionamento del cervello.

Quella delle Nde è un'esperienza che ancora desta perplessità e dubbi da parte della neuroscienza. Come si può spiegare scientificamente il fatto che persone abbiano chiara memoria da periodi di ovvia mancanza di coscienza? Com'è possibile che dopo un arresto cardiaco di soli due minuti ci siano cambiamenti repentini in vita?

 

"Una Nde- ha detto il cardiologo olandese- è un  confronto indimenticabile la dimensione della nostra coscienza.  Fin tanto che non si è mai sperimentata una Nde sembra impossibile comprendere davvero l'impatto e gli successivi nel cambiamento di vita di questa esperienza travolgente.

 

Dopo un esperienza di premorte la visione esistente del mondo cambia radicalmente. Ed è per tali ragioni che nel corso dei suoi studi il cardiologo ha indagato la correlazione tra coscienza e integrità celebrale. "Della coscienza- ci racconta Pim van Lemmel è possibile distinguere tra aspetti temporanei e senza tempo". Il suo approccio al tema è di tipo  nuovo e giunge a conclusioni non in conformità col paradigma materialistico ampiamente accettato dalla cultura occidentale: secondo i nostri correnti concetti medici non è possibile sperimentare la coscienza durante un arresto cardiaco quando la circolazione e la respirazione sono cessati.

 

Sono cresciuto- ha raccontato il medico davanti al pubblico del Salone delle Bandiere- in un contesto accedemico nel quale mi hanno detto che era ovvio che la coscienza fosse il prodotto di un cervello funzionante. Avevo accettato  questa verità come qualcosa di inconfutabile, ma le esperienze di premorte mi facevano nascere delle domande. Mi domandavo come e perché avviene una nde e come si verifica il contenuto? Perchè la vita di una persona cambia cosi radicalmente dopo un esperienza di premorte? Ero incapace di accettare molte delle risposte a queste domande perché sembravano incomplete, scorrette e infondate".

 

Che cos'è una Nde:

Alcune persone scampate alla morte raccontano di una straordinaria esperienza di coscienza. Una Nde può essere definita coma la memoria di una serie di impressioni durante un particolare  stato di coscienza, incluso un numero di elementi universali come esperienze fuori dal corpo, sensazioni piacevoli, vedere un tunnel, una luce, parenti deceduti, una revisione della vita o un cosciente ritorno al corpo.

 

tunnel


Quali sono gli eventi che conducono ad una Nde:

Le Nde si verificano a seguito di arresto cardiaco, la morte clinica, la shock dopo la perdita di sangue al momento del parto, il coma che segue da un danno celebrale traumatico, un ictus, un quasi annegamento, l'asfissia e in varie malattie di tipo grave che ma che non mettono in serio pericolo in quel momento la vita o anche durante la depressione, l'isolamento, la meditazione. Possono anche avvenire senza una ragione apparente. Per avere una nde non è sempre necessario avere un cervello non funzionante. Esperienze simili a quelle di premorte possono avvenire anche durante la fase terminale di una malattia e sono chiamate "visioni a letto di morte o esperienze di fine vita".  La nde causa sempre cambiamenti nella visione della vita. Causa la perdita della paura della morte, un aumentata sensitività intuitiva. Per tali ragioni, questo tipo di esperienza viene chiamato anche  esperienza di trasformazione spirituale.

 I  contenuti di una Nde e gli effetti sui pazienti sembrano simili in tutto il mondo, in tutte le culture e in tutti i tempi:

La natura soggettiva e l'assenza di un codice di riferimento conduce ad utilizzare un vocabolario per descriverli ed interpretare questa esperienza che ne risulta influenzato dai fattori religiosi, individuali e culturali. Bambini e adulti, cristiani o atei, musulmani e buddisti, usano tutti parole differenti influenzati dalla loro religione, cultura e tradizione.

Secondo un recente sondaggio, in Germania e negli Stati Uniti circa il 4% del totale della popolazione del mondo occidentale deve avere sperimentato un Nde: più di 10 milioni di persone negli Stati Uniti, 2 milioni e mezzo in Italia, circa 20 milioni di persone nel mondo hanno avuto una Nde.

 "Fino a poco tempo fa non c'erano studi scientifici e in prospettiva che spiegassero le cause e il contenuto di una Nde. Tutti gli studi- ha raccontato il medico- erano stati effettuati in retrospettiva ed erano molto selettivi rispetto ai pazienti. Sulla base di tali studi incompleti alcuni credevano che l'esperienza di premorte potesse essere determinata da cambiamenti fisiologici del cervello, come risultato di anossia, altre teorie facevano riferimento a reazioni psicologiche, alla morte che si avvicina, allucinazioni, sogni, effetti collaterali legati all'assunzione di droghe o semplicemente a false memorie". Nel 1988 Pim van Lemmel inizia a condurre uno studio prospettico su 354 persone sopravvissute ad arresto cardiaco in 10 ospedali olandesi, allo scopo di investigare la frequenza la causa e il contenuto di una Nde:

Volevamo capire se potesse esserci una spiegazione scientifica sul perchè le persone sperimentavano un aumentata coscienza durante un periodo di arresto cardiaco. Entro un paio di giorni dalla rianimazione chiedevano ai pazienti se riuscissero a ricordare un periodo di incoscienza e che cosa ricordavano. Abbiamo portato avanti anche uno studio longitudinale con interviste registrate ai sopravvissuti con Nde a distanza di due e otto anni dopo l'arresto cardiaco, insieme a un gruppo monitorato di sopravvissuti ad arresto cardiaco che non riferivano di una Nde. Abbiamo studiato pazienti sopravvissuti ad arresto cardiaco perché questa è  una situazione inedita di pericolo di vita ben descritta e anche chiamata morte clinica, che è la cosa più vicina alla morte".  Il risultato dello studio fu sorprendente: 282 pazienti, (82%) non aveva ricordi del periodo di arresto cardiaco o del loro periodo di incoscienza. 62 pazienti (18%) riportavano un ricordo del tempo della loro morte clinica e più elementi venivano riportati più profonda era la Nde.

 

Nello studio condotto dal cardiologo circa il 50% dei pazienti con Nde riferiva della consapevolezza di essere morti o aveva emozioni positive. Circa il 20% dei pazienti aveva un esperienza fuori dal corpo. Il 30% riferiva di muoversi attraverso un tunnel, circa il 25% aveva avuto comunicazioni con la luce o osservava colori. Circa il 30% dei pazienti vedeva un paesaggio celestiale o aveva avuto incontri con parenti deceduti. Il 13% sperimentava una visione della propria vita e l'8% sperimentava un confine.

Per cui che cosa può distinguere la piccola percentuale di pazienti che riferiscono di una Nde da quelli che non la riferiscono?

 

"Capivamo che nè la durata dell'arresto cardiaco (2min o 8 min) né la durata dello stato d'incoscienza  (5 minuti o tre settimane in coma) né il bisogno di essere intubati, in caso di complicazione cardiopolmonare complessa, nè un arresto cardiaco indotto in una stimolazione elettrofisiologica, avevano una qualche influenza sulla frequenza di una Nde".

 In sostanza, il livello di gravità di una mancanza di ossigeno al cervello anossia appariva irrilevante. Nè si è trovata una relazione fra la frequenza di Nde e dei farmaci somministrati o eventuali paure di morire prima che avvenisse l'arresto cardiaco. "Sulle base di queste scoperte abbiamo pensato che probabilmente l'Nde potrebbe essere uno stato di cambiamento della coscienza o la teoria di continuità in cui memorie identità e condizione funzionano indipendentemente dallo stato di incoscienza del corpo".

Pim van Lommel ha raccontato poi risultati dello studio longitudinale condotto con interviste dopo 2 e 8 anni a seguire dall'arresto cardiaco: " ci è servito a capire se la perdita della paura della morte la trasformazione dell'atteggiamento verso la vita e la maggiorata sensibilità intuitiva fosse il risultato di avere avuto una Nde o solo il risultato dell'arresto cardiaco stesso.  Questo aspetto non era mai stato studiato in un progetto prospettico. La Nde  risultò essere un'esperienza che cambia la vita perchè solo i pazienti con una nde hanno mostrato questo tipica trasformazione. In particolare i pazienti che avevano vissuto l'esperienza di nde avevano meno paura della morte e avevano un più forte credo nella vita dopo la morte. Manifestavano un grande interesse per la spiritualità e per le questioni riguardanti lo scopo della vita, una maggiore accettazione di se e amore per se stessi combinato con un sentimento di unicità con gli altri e con la natura".

 

Le conversioni  con i pazienti hanno rivelato che le persone spesso con loro stessa sorpresa avevano acquisito una più forte capacità intuitiva o come sostenevano, addirittura doti paranormali. "Questa maggiorata intuizione- ha detto il medico olandese- è basata sulla interconnessione con la coscienza non locale di altri, ed è indipendente dal tempo. Conoscere fatti futuri o avere sogni premonitori, dal luogo e dalle distanze. Si è in grado di conoscere cose che accadranno in futuro e la premonizione di dimostra veritiera".

 L'accettazione di una Nde è un processo quindi che può avere bisogno di molti anni a causa del suo impatto sulla comprensione precedente alla Nde dei sistemi e dei valori della vita che le persone hanno. Troppo spesso questa esperienza viene negata dai parte dei medici, del personale infermiere e dalla famiglia.  "Tutti gli autori concludono che nè un modello fisiologico nè psicologico può spiegare tutte le caratteristiche  comuni alla nde. Si è detto che l'avvenimento paradossale della lucida consapevolezza di un processo di pensiero logico durante una compromessa irrorazione celebrale fa nascere domande che creano grande perplessità circa la nostra attuale comprensione della coscienza e la sua relazione con la funzione celebrale" .

 

Durante una Nde è possibile vivere esperienze extracorporee:

 Le percezione raccontata dai pazienti è quella   di essersi sbarazzati del  corpo come fosse un vecchio cappotto, mantenendo pur semper la propria  identità, le proprie percezioni emozioni e una chiara coscienza.  Altre volte i pazienti rivedono la loro intera vita in una sguardo, non esistono ne il tempo ne lo spazio. Tutta la vita passa davanti in una specie di visone panoramica tridimensionale. Si percepiscono i fatti secondo il proprio punto di vista e al contempo si conoscono anche le sensazioni degli altri. Si percepisce quello che si è fatto e si è pensato ma anche in che modo aveva influenzato gli altri.

Altro aspetto di particolare interesse affrontato dal medico è quello del ritorno cosciente nel corpo: " I soggetti che hanno vissuto una Nde riguadagnano coscienza nel loro corpo e comprendono che sono bloccati in un corpo danneggiato, ciò comporta dolore e restrizione nella malattia. I pazienti raccontano di un esperienza terribile".

 

Quasi tutti i pazienti che hanno vissuto una nde non hanno piu paura della morte, assumono consapevolezza che la coscienza vive oltre la tomba, che la morte non è morte ma altra forma di vita, che il corpo e la mente sono separati".

 

"Cosi siamo giunti alla sorprende conclusione, durante i nostri studi, che un arresto cardiaco tutti questi elementi riportati di nde sono stati sperimentati durante una perdita delle funzioni della corteccia e  del tronco encefalico., l'encefalogramma era piatto". Al tempo della morte fisica- ha quindi concluso il professore- la coscienza continuerà ad essere sperimentata in un' altra dimensione in cui il passato il presente e il futuro sono racchiusi. La morte è solo la fine del nostro aspetto fisico. La morte come la nascita è un passaggio di uno stato di coscienza da uno stato all'altro".

Fonte: http://www.strettoweb.com/2018/01/esperienze-confini-morte-messina-pim-van-lommel-aldila/652351/

 
 
 
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