Da piccolo leggevo fumetti come tutti, ma il mio preferito era il pilota Buck Danny che usciva ogni 6 mesi! A volte per arrivare in fondo ad un’avventura occorreva aspettare un anno. Dopo 6 anni di attesa dall’ultimo lavoro di inediti Angelo Branduardi, di anni 69, torna con un’opera interamente dedicata, oggi si direbbe forse un Concept Album. Lo aveva già fatto nel lontano 1986 con un lavoro ispirato dalle poesie di Yeats, e quindi nel 2000 mettendo in musica le fonti francescane. Oggi mi aiuta a scoprire un personaggio formidabile della storia medievale, Hildegard von Bingen, Santa e Dottore della Chiesa. Mi interessa però accentare qualcosa di diverso dalle impressioni musicali, che sarebbero giocoforza di parte vista la mia predilezione, credo assi più interessante sottolineare una linea comune tra l’artista e il personaggio celebrato. In effetti richiami a Santa Ildegarda sono già presenti in opere di autori a me molto cari, come Battiato o la regista Margarethe von Trotta che le ha dedicato un’intera pellicola: Vision. Nell’intervista che propongo c’è un’emozione che mi ha colpito: la curiosità. C’è la curiosità di un musicista, da sempre attento alla storia, di riscoprire il talento musicale di una donna vissuta a cavallo del dodicesimo secolo (quello che alcuni ritengono un periodo buio della nostra storia) certamente difficile per l’affermazione della figura femminile. C’è la curiosità di questa donna straordinaria, che pur dentro ad un convento di clausura, ha una mente apertissima, non solo alla dedizione verso le sette note, ma è al contempo erborista, ginecologa, medico internista, chimico, astronomo, meteorologo, scrittrice e pittrice (sto certamente dimenticando molti lati del poliedro dei suoi interessi). Propugnatrice di una visione naturalista, la Viriditas, che in questi tempi è di una modernità impressionante se si considera che si tratta di un pensiero di mille anni fa. Oltre alla sua attenzione al mondo materiale è contemporaneamente mistico e teologo, autorizzata a lasciare il convento per predicare in pubblico ed autrice di numerosi testi cosmogonici che generano ampio carteggio. Agli amici più laici, che invece di percepire il profumo della santità lo vedono come un ostacolo oscuro al pensiero illuminato, faccio notizia che tra le molte applicazioni da lei sperimentate in campo naturale c’è l’invenzione del luppolo nella birra ed anche questo, in modo più materiale, è un piccolo miracolo di saggezza. Ecco perché ho preferito un’intervista alla proposta di un brano musicale, in modo che, chi si fa pungere volentieri dalla curiosità possa approfondire questa meravigliosa creatura, anche attraverso la musica di Branduardi, ma spinto dai propri venti, verso gli orizzonti preferiti. L’immagine che ho scelto, dall’aspetto che ricorda un mandala o una icona ortodossa, è tratta dal Liber divinorum operum e rappresenta il Macrocosmo con l’uomo al centro del suo microcosmo, sono rappresentate anche le energie dell’universo attraverso la descrizione dei quattro venti (quando si parla di venti mi si drizzano le orecchie). A me ha ricordato, forse anche per effetto delle parole dell’intervistato, la descrizione ugualmente visionaria dell’Uomo vitruviano di Leonardo contenuto nel Codex Atlanticus, per questo è fonte di grande fascino il confronto tra due mentalità così geniali solo in apparenza separate dal tempo. Buone visioni e buon ascolto.
L'accento sul Cammino di Branduardi mi fa sospettare che sia una Malandrina anche tu.
Tra gli album dal vivo si ricordano il Camminando Camminando del 1996 e poi il delizioso Camminando Camminando in tre, registrato durante il concerto all’Auditorium della Conciliazione di Roma il 29 Marzo del 2014. Quest’ultimo esibito da tre soli musicisti, oltre a Branduardi con il suo violino o la chitarra, assieme all'inseparabile furfante Maurizio Fabrizio alla seconda chitarra o pianoforte e cori, il monumentale batterista Ellade Bandini. Tre soli strumenti sufficienti a fare un concerto che profumava d’arancio.
:)
Hanno mostrato il video anche stamattina su Rai3. Hai scelto bene, l'intervista è davvero illuminante.
Gli album di Branduardi sono sempre il frutto di una ricerca intima e approfondita du temi culturali, magari non noti, ma notevoli. è un Ricercatore del Sublime mi lascio dire... Trasporta e comunica i temi della sua ricerca in versi e in musica, in sintonia sempre col Sublime.
La musica ha una chimica misteriosa, io ascolto musica per lunghi periodi durante la mia giornata: aiuta la concentrazione e toglie i rumori esterni. Soprattutto la musica per me è il sommario dei ricordi, per questo ho voluto un blog con un brano musicale o quasi in ogni post; molto spesso per ritrovare vecchie parole ricorro al filo d’Arianna del brano che ho accostato loro e che per questo le supera in importanza.
Tra i vari musicisti in assoluto, non ne ho mai fatto mistero, Branduardi è la spina dorsale della colonna sonora della mia vita. Mi ha aiutato a scoprire lati altrimenti misteriosi della poesia, di quella che ci parla al cuore in una lingua che ciascuno di noi possede a modo proprio, per questo immediatamente comprensibile, apprezzando la bellezza di cui anche noi siamo parti costituenti e che ci porta con gli occhi a guardare verso il limite dell'orizzonte o verso quell'altezza che tu chiami efficacemente: Sublime.
Il suo primo concerto l’ho visto che avevo ancora i pantaloni corti, con un amico a San Marino, prima ancora che uscisse il suo LP d’esordio; sono rimasto incantato da un brano che poi ha pubblicato solo un anno dopo nel secondo album: quello della Luna datato 1995. Ancora adesso mantiene in scaletta questa poesia di Esenin, il giovane marito di Isadora Duncan, che tanto gli assomigliava, anche fisicamente, un poeta morto suicida a soli 30 anni, distrutto dalla vita e dall’alcol, che ha lasciato un’ultima poesia scritta con il proprio sangue.
Spesso lo accompagna sul palco, in un dialogo di due chitarre, un grande musicista che risponde al nome di Maurizio Fabrizio. Si frequentano poco nella vita di tutti i giorni, ma quando si incontrano è un sodalizio che incanta.
Questa Confessione di un Teppista, trasposto in musica come Malandrino, ha la genialità dei primi lavori è un suo biglietto da visita ed una dichiarazione di intenti, ma possiede anche la dolcezza sommessa di un epitaffio, quali sono quelli cantati da De Andrè su Spoon River; a me scatena sempre un brivido quel finale quasi leopardiano che nella scrittura originale dice: Dalla finestra mia contro la luna.
Azzurra luce, luce tanto azzurra!
in quest’azzurro anche il morir
non duole. Che importa
se ho l’aria d’un cinico
dal cui sedere penzola un fanale!
Mio vecchio, bravo Pegaso spossato,
m’occorre forse il tuo morbido trotto?
Io son venuto come un maestro austero
a decantare e celebrare i sorci.
E la mia testa, simile a un Agosto,
s’effonde in vino di capelli ribelli.
e voglio essere una gialla vela
per quel paese verso cui navighiamo
Ciao e grazie del msg. Quoto in pieno la tua frase. Vedo poi che si parla di Branduardi. Non è tra i miei preferiti ma mi dai lo spunto per riascoltarlo :-)
Il critico musicale Marco Mangiarotti ebbe a scrivere di Branduardi che la sua musica è come l'aglio: o piace o fa schifo. Come invece ebbe a dire Branduardi, che a Genova ha trascorso l'infanzia, non è possibile fare il pesto senza aglio, altrimenti fai un succo di basilico. Tutto questo per dirti che sai già che mi piace Branduardi, ma ti racconto anche che mi piace moltissimo il pesto.
Grazie oltre modo del tuo passaggio e delle tue parole sincere.
Ti saluto con un sorriso :)
Tra gli album dal vivo si ricordano il Camminando Camminando del 1996 e poi il delizioso Camminando Camminando in tre, registrato durante il concerto all’Auditorium della Conciliazione di Roma il 29 Marzo del 2014. Quest’ultimo esibito da tre soli musicisti, oltre a Branduardi con il suo violino o la chitarra, assieme all'inseparabile furfante Maurizio Fabrizio alla seconda chitarra o pianoforte e cori, il monumentale batterista Ellade Bandini. Tre soli strumenti sufficienti a fare un concerto che profumava d’arancio.
:)
Tra i vari musicisti in assoluto, non ne ho mai fatto mistero, Branduardi è la spina dorsale della colonna sonora della mia vita. Mi ha aiutato a scoprire lati altrimenti misteriosi della poesia, di quella che ci parla al cuore in una lingua che ciascuno di noi possede a modo proprio, per questo immediatamente comprensibile, apprezzando la bellezza di cui anche noi siamo parti costituenti e che ci porta con gli occhi a guardare verso il limite dell'orizzonte o verso quell'altezza che tu chiami efficacemente: Sublime.
Il suo primo concerto l’ho visto che avevo ancora i pantaloni corti, con un amico a San Marino, prima ancora che uscisse il suo LP d’esordio; sono rimasto incantato da un brano che poi ha pubblicato solo un anno dopo nel secondo album: quello della Luna datato 1995. Ancora adesso mantiene in scaletta questa poesia di Esenin, il giovane marito di Isadora Duncan, che tanto gli assomigliava, anche fisicamente, un poeta morto suicida a soli 30 anni, distrutto dalla vita e dall’alcol, che ha lasciato un’ultima poesia scritta con il proprio sangue.
Spesso lo accompagna sul palco, in un dialogo di due chitarre, un grande musicista che risponde al nome di Maurizio Fabrizio. Si frequentano poco nella vita di tutti i giorni, ma quando si incontrano è un sodalizio che incanta.
Questa Confessione di un Teppista, trasposto in musica come Malandrino, ha la genialità dei primi lavori è un suo biglietto da visita ed una dichiarazione di intenti, ma possiede anche la dolcezza sommessa di un epitaffio, quali sono quelli cantati da De Andrè su Spoon River; a me scatena sempre un brivido quel finale quasi leopardiano che nella scrittura originale dice:
Dalla finestra mia contro la luna.
Azzurra luce, luce tanto azzurra!
in quest’azzurro anche il morir
non duole. Che importa
se ho l’aria d’un cinico
dal cui sedere penzola un fanale!
Mio vecchio, bravo Pegaso spossato,
m’occorre forse il tuo morbido trotto?
Io son venuto come un maestro austero
a decantare e celebrare i sorci.
E la mia testa, simile a un Agosto,
s’effonde in vino di capelli ribelli.
e voglio essere una gialla vela
per quel paese verso cui navighiamo
Ti saluto con un sorriso :)
Grazie oltre modo del tuo passaggio e delle tue parole sincere.
Ti saluto con un sorriso :)